Dalla guerra al fianco dei curdi alle carceri bielorusse: l’incubo di un italiano arrestato a Minsk (euronews.com)

di Antonio Michele Storto

Digiuno forzato, deprivazione del sonno, 
torture psicologiche e umiliazioni.

Sono le sessanta ore da incubo da cui è reduce Claudio Locatelli, il giovane atleta, giornalista e attivista italiano appena liberato da un centro di detenzione di Minsk, dove è finito nella notte della scorsa domenica, mentre in città infuriavano le proteste esplose dopo la contestata rielezione di Aljaksandr Lukašėnko.

Personaggio incredibilmente poliedrico, che divide il suo tempo tra l’attività sportiva agonistica e il reportage giornalistico sul campo, Locatelli è divenuto famoso in Italia qualche anno fa, quando – insieme ad altri volontari di tutto il mondo – è partito per il nord della Siria, dove ha imbracciato le armi per partecipare, tra le fila dei combattenti curdi, alla liberazione di Raqqa occupata dallo Stato Islamico.

A Minsk, però, Claudio non ci era andato come giornalista. “Ero lì per partecipare alla Bison race, una competizione internazionale di corsa a ostacoli estrema che si è tenuta proprio in concomitanza con le elezioni. Ma proprio non immaginavo che sarebbe finita così” … leggi tutto

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