di
La Casa dei Tre Oci rende omaggio al fotografo francese superando il cliché di ritrattista della vita della ricca borghesia parigina.
A colpire è soprattutto la leggerezza calviniana
Inviato a Venezia «Il mondo è un immenso parco» diceva Jacques Henri Lartigue (1894-1986), il fotografo francese noto soprattutto per le sue foto della Belle Époque, “scoperto” solo all’inizio degli anni ’60 grazie a una mostra organizzata in modo quasi fortuito dal MoMA e poi grazie a Richard Avedon che, attraverso l’invito a riorganizzare e riscrivere il suo “giornale” fotografico, lo porterà a pubblicare nel 1970 Diary of a Century. Il volume lo lancia tra i grandi della fotografia ma ne schiaccia in qualche modo la percezione.
La vasta retrospettiva, dal bel titolo “L’invenzione della felicità”, che gli dedica la veneziana Casa dei Tre Oci (fino al 10 gennaio), a cura di Marion Perceval, Charles-Antoine Revol e Denis Curti, intende allargare lo sguardo attraverso una selezione di 150 immagini, di cui 55 inedite, oltre a album, lettere e schizzi.
Sono infatti numerosi generi attraversati da Lartigue, sempre però con spirito immutato. A rendere unico il suo corpus è l’imprinting dato dall’incontro con la macchina fotografica a 7 anni. Figlio della ricca borghesia parigina, Lartigue fa presto della fotografia un gioco molto serio e lo spirito ludico resterà la sua cifra.
Si tratta di un ludus autentico perché nella natura festiva e nella dettagliata regia troviamo tutte le scansioni dei ludi antichi: atletico, circense, gladiatorio e scenico. Il suo è un mondo che non smette di giocare, anche quando fuori infuria la storia. L’automobile, una costante, è il sogno della massima velocità dei bambini. I suoi bolidi piegano lo spazio come Nuvolari nelle iperboli di Roversi e Dalla.
La parola chiave di Lartigue è leggerezza, nel senso calviniano. La ritroviamo anche quando si occupa di moda, set cinematografici, reportage. La legge dell’occhio è innocenza e meraviglia. C’è nelle fotografie giovanili di Lartigue un elemento circense, quasi slapstick, che, pur rimodulato, non lo abbandonerà mai (clownesca è ad esempio anche l’immagine della moglie Bibi in bagno) … leggi tutto