Cieca obbedienza, negazionismo climatico e distruzione dello Stato di diritto: i video di indottrinamento della destra di Trump (valigiablu.it)

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Con l’avvicinarsi delle elezioni presidenziali 
americane, cresce sempre di più il sentire comune 
che il 5 novembre 2024 segnerà il corso della 
politica non solo statunitense ma globale. 

Uno dei temi della campagna elettorale indica tra le poste in palio per quella data qualcosa di molto più grande della presidenza degli Stati Uniti: la concezione stessa di democrazia.

Lo stesso Trump lo ha lasciato intendere senza mezzi termini: “Se votate per me non avrete più bisogno di votare”.

In questo clima è arrivato lo scoop della testata investigativa ProPublica, che ha pubblicato in esclusiva sul proprio canale YouTube ventitré “video di formazione privati” (più di quattordici ore di girato in totale) di Project 2025 (Progetto 2025).  Dietro questo nome si cela il cosiddetto “piano per la transizione presidenziale” steso dalla Heritage Foundation, l’influente think-tank conservatore di matrice cristiana e nazionalista vicino a Trump.

Tra le proposte del Project 2025, troviamo provvedimenti come l’introduzione di molteplici flat-tax per aiutare ricchi e corporazioni, ma anche un incoraggiamento dell’home-schooling e della rimozione dei ragazzi dalla scuola, accusata di fare “propaganda di sinistra” su temi come il razzismo e le problematiche di genere. Troviamo anche proposte per un sistema sanitario che non prevede l’aborto, e che proibisce trattamenti per la transizione di genere riservato alle persone transgender.

Rispetto alle proposte consultabili sul sito di Project 2025, i video pubblicati da ProPublica sono una sorta di tutorial rivolto a giovani repubblicani che mirano a far carriera nel mondo della politica, per favorire “un futuro esecutivo politico conservatore”.

“Gli americani che votano per i conservatori” dice in uno dei video Alexei Woltornist, ex funzionario del Dipartimento della sicurezza interna degli Stati Uniti, “non leggono il New York Times o il Washington Post, anzi se qualcosa compare su quei giornali partono dal presupposto che sia falso. L’unico modo di raggiungere questi elettori consiste nel parlare con i media conservatori”.

Tra i relatori di questi video troviamo figure come Max Primorac, ex vice amministratore dell’Agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale, o Matthew Spalding, vice presidente dell’Hillsdale College, prestigioso e potente college di orientamento politico conservatore e cristiano, vero e proprio epicentri della nuova cultura conservatrice statunitense dove insegnano molti degli ideologhi di Trump.

Ufficialmente sia Trump che la Heritage Foundation hanno più volte preso le distanze pubblicamente l’uno dall’altra, seppure in modi contraddittori o ambigui. John McEntee e Russell Vought, che hanno ricoperto incarichi alla Casa Bianca durante l’amministrazione Trump, hanno ruoli di alto profilo all’interno di Project 2025.

La CNN ha contato almeno 140 persone coinvolte nel progetto che hanno lavorato nell’amministrazione Trump. Karoline Leavitt, portavoce nazionale per la campagna 2024 di Trump, compare in un video di reclutamento della Heritage Foundation e in uno uno dei video pubblicati da ProPublica.

Il Centre for Climate Reporting, a metà agosto ha pubblicato una videoinchiesta sotto copertura in cui con Russel Vought, uno dei co-autori del documento organizzativo e politico intorno al Project 2025, spiega apertamente come abbia lavorato alle bozze di ordini esecutivi da attuare in caso di un secondo mandato Trump. Tra questi, spiega Vought, alcuni hanno l’obiettivo di prendere il controllo della macchina governativa: “L’80% del mio tempo è dedicato ai piani necessari per prendere il controllo degli apparati burocratici”.

Il contenuto e il tono dei video ottenuti da ProPublica aiutano a capire il perché di questa strategia di negazione. Su Esquire il giornalista Charles P. Pierce ha paragonato i video a “una simulazione ONU dove Scientology ha preso il controllo”. Vengono coperti vari argomenti: da come difendersi dal “linguaggio della sinistra” a come gestire la transizione presidenziale, da come essere “professionali sul luogo di lavoro” a come costruire le coalizioni politiche. Tutto per “favorire l’agenda politica del Presidente”.

Il linguaggio utilizzato è aggressivo e sprezzante: in uno dei video parla Bethany Kozma, ex vice capo di stato maggiore presso l’US Agency for International Development nell’amministrazione Trump, che minimizza la gravità del cambiamento climatico.

Cita Orwell, che i conservatori stanno cercando di reclamare come autore vicino alla propria ideologia, affermando come fatto oggettivo che il cambiamento climatico è parte di un movimento per “controllare il linguaggio e quindi controllare il popolo” orchestrato dai nemici dell’America.

“Se il popolo americano elegge un presidente conservatore, la sua amministrazione dovrà eliminare i riferimenti al cambiamento climatico da ogni parte del mondo”, dice Kozma.

In In un altro video Dan Huff, ex consulente legale dell’Ufficio del personale presidenziale della Casa Bianca sotto Trump, afferma che si dovrà essere pronti ad attuare cambiamenti significativi nel governo americano: “Se non siete d’accordo a contribuire all’attuazione di un drastico cambiamento di rotta perché temete che possa danneggiare le vostre future prospettive di lavoro, o che possa danneggiarvi socialmente, vi capisco”, dice Huff. “È un pericolo reale. Ma per favore: fate un favore a tutti noi e fatevi da parte”.

L’aggressività non è dunque rivolta solo al campo avversario, ma anche contro chi tra i conservatori stessi ha dubbi sulla bontà del progetto.  In diversi video si invitano i futuri giovani carrieristi a essere obbedienti e precisi coi propri capi e a fare riferimento solo ai loro voleri, ignorando per esempio i richiami dei “burocrati di professione”. L’implicazione è chiara: il piano di riforme politiche sarebbe così impopolare da incontrare resistenza persino presso molti legislatori repubblicani.

Un altro punto focale che emerge dai video è che il potere del presidente è incontestabile e sempre favorito. Non solo i ministri, ma anche il governo federale e i suoi lavoratori dovrebbero essere scelti direttamente da lui e dalla sua cerchia – in modo da poter così piazzare solo fedelissimi funzionari dello Stato che avrebbero come valore centrale l’obbedienza alla gerarchia, e non il rispondere all’opinione pubblica del proprio operato, o il mettere in pratica il dettato costituzionale statunitense attuale. Una vera e propria negazione dello Stato di diritto.

In un altro video Mike Howell, Tom Jones, e Michael Ding, dirigenti e membri di organizzazioni di orientamento conservatore allineate con Trump,  spiegano cosa comporta la supervisione governativa, i dettagli delle leggi sui registri pubblici e come gli incaricati politici dovrebbero pensare a cosa mettere o meno per iscritto, evitando le email e la tracciabilità delle comunicazioni in favore di meeting e incontri ravvicinati nei quali poter parlare “senza essere ascoltati”.

Non ci sono ancora commenti da parte di portavoce del Project 2025 su questi video o sul servizio di ProPublica. Mentre per la pubblicazione del video su Russel Vought, la risposta ufficiale data alla CNN dall’organizzazione diretta da quest’ultimo, il Center for Renewing America, è stata “Grazie per aver messo in onda la nostra conversazione perfetta, sottolineando che il nostro lavoro politico è totalmente separato dalla campagna di Trump”.

Un portavoce di quest’ultimo ha invece declinato l’invito a commentare i video, ribadendo che nessun’altra organizzazione è coinvolta nella stesura di provvedimenti per un secondo mandato. Karoline Leavitt, circa la sua presenza in uno dei video di Project 2025, ha dichiarato “l’Agenda 47 è l’unica agenda politica ufficiale della campagna di Donald Trump”.

Diffondendo i ventitré video, ProPublica ha messo ancora più in chiaro quale sia lo scenario politico che una certa cultura conservatrice, fanatica e reazionaria, sta attivamente promuovendo. Da questo punto di vista, i video sono uno sguardo nel futuro che potrebbe aspettarci.

Lo stesso Kevin Roberts, presidente della Heritage Foundation, ne ha dato un assaggio lo scorso luglio, commentando la decisione della Corte Suprema di concedere a Trump l’immunità parziale per le azioni compiute da presidente. “C’è una seconda Rivoluzione Americana in corso”, ha detto Roberts, specificando che “se la sinistra lo permetterà non ci saranno spargimenti di sangue”.

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