Neo fascista, no vax, sovranista anti immigrati e difensore della famiglia tradizionale.
Cos’è il movimento romano fondato da Valentino Valentini e Simona Boccuti, già candidata alle ultime Politiche con Italexit, che inaugurerà un circolo nella periferia della Capitale.
«Semo fasci de borgata». Potrebbero definirsi così i militanti del neo costituito movimento romano Rinascita Nazionale, nato per iniziativa di Valentino Valentini, attivista di lungo corso della estrema destra, e dalla compagna Simona Boccuti, tra le altre cose presidente del Popolo delle Mamme, movimento nato nel 2020 per «diffondere consapevolezza sui danni causati dal vaccino Covid e contro il green pass che ha piegato milioni di italiani», e già candidata senza successo con Italexit alle Politiche nel 2022.
Rinascita Nazionale, ha spiegato Valentini, «è un movimento popolare nazionalista che, attraverso un patto con gli italiani, vuole contrastare le politiche scellerate delle istituzioni, partendo dal basso, dalle borgate e periferie romane, abbandonate dalle istituzioni.
Quartieri “bui” in tutti i sensi, senza punti di aggregazione per giovani e meno giovani».
Le attività del circolo al Laurentino 38 e il programma dell’inaugurazione
La scelta della periferia come teatro di azione non è solo una dichiarazione di intenti: zitti zitti, quatti quatti, Valentini e Boccuti hanno creato un centro di aggregazione nella zona del Laurentino 38, quartiere difficile di Roma. Si tratta dello spazio socio-culturale “Franco Gagliardi”.
Non è chiaro chi sia costui: qualcuno si è spinto a ipotizzare che, salvo omonimie, potrebbe trattarsi di un ex naziskin condannato per l’uccisione di un cittadino bengalese. Più certezze invece sulle attività che il circolo si propone di offrire: essere un punto d’ascolto e ritrovo, promuovere incontri comunitari, ma anche attività ludiche come tornei di carte, tiro a segno, calcio balilla, visione partite serie A e docufilm, nonché organizzare eventi e feste di quartiere.
Oltre alla distribuzione di generi alimentari alle famiglie indigenti. Prevista per il prossimo 29 settembre, l’inaugurazione – da programma – prevede musica dal vivo, con tanto di karaoke, con hit dell’estate, ma anche brani su richiesta, musica degli Anni 80 e 90, e revival.
La festa sarà aperta con un brindisi augurale e l’intervento di ospiti e “relatori importanti”, tra cui Fabio Filomeni, colonnello, in pensione, fondatore del Movimento Il mondo al contrario dedicato al generale Vannacci.
Del resto l’ammirazione per l’europarlamentare eletto con la Lega a destrissima piace eccome. Tanto che sul profilo Fb dell’associazione è stato pubblicato un servizio tv sulla festa di Noi con Vannacci a Viterbo solo per documentare la presenza delle t-shirt di Rinascita Nazionale tra il pubblico.
Sull’inaugurazione del 29 settembre, tuttavia, aleggia qualche dubbio: la notizia della festa, rilanciata sui social, ha fatto scattare qualche “allarme”. Pare, infatti, che il circolo sia stato creato in uno spazio dell’Ater di Roma (l’Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale pubblica) senza che nessuno ne sapesse nulla (né l’ente, né il IX municipio, né i residenti) e, a maggior ragione, senza alcuna autorizzazione formale.
Il segretario del Pd romano Enzo Foschi ha chiesto al prefetto della Capitale di effettuare le verifiche del caso. Mentre il Municipio interessato ha fatto sapere di aver richiesto a chi di competenza informazioni sulla natura dell’associazione e a quale titolo possa aver occupato uno spazio dell’Ater.
Le inquietanti ambiguità di Rinascita Nazionale
A creare inquietudine – non solo nel Pd romano –, più che la possibile violazione di un’area di proprietà pubblica, è la natura stessa del circolo e il profilo non esattamente rassicurante del movimento.
Magari l’accostamento del simbolo scelto da Rinascita Nazionale, l’Arcangelo Michele intento a infilzare il demonio con la lancia, a quello del movimento super fascista e antisemita creato da Corneliu Z. Codreanu in Romania nel 1927 (la Legione dell’Arcangelo Michele, più nota come Guardia di Ferro) può apparire un po’ forzato, ma guardando il profilo social dell’associazione poco è lasciato all’immaginazione. Lo slogan ricorrente? «Italia al collasso». Adottato alla bisogna: scuola, immigrazione, famiglia…
Scorrendo poi le foto e i post di Valentino Valentini e da Simona Boccuti si ritrovano tutti i Leitmotiv (i tòpoi, direbbero i colti) dell’immaginario della destra radicale. Dalle magliette Marcia su Roma in giù.
Si va dalla difesa della famiglia ‘tradizionale’ contro quella omogenitoriale alla battaglia contro i vaccini anti-Covid «omicidio di Stato». Senza dimenticare temi cari anche a questo governo di destracentro come la salvaguardia dell’agroalimentare nostrano insidiata dagli allevatori e mangiatori di insetti. Non poteva mancare la difesa – presa anche dal vicepremier Matteo Salvini, eh – di Cinzia Dal Pino, la commerciante di Viareggio che ha ucciso il suo scippatore investendolo con l’auto. «Quando l’uomo con il coltello incontra la donna col suv l’uomo col coltello è un uomo morto», scrive la presidente del Popolo delle Mamme aggiungendo un firmato «CLEANT Eastwood».
Naturalmente tra le “icone” non poteva mancare la pugile Angela Carini – «Onore a te, Angela» – consolata dopo il forfait alle Olimpiadi contro Imane Khelif da Giorgia Meloni. Premier che peraltro viene sbeffeggiata da Boccuti: «Borgatara intelligente, te prometto tutto e non te do niente». Troppo moderata, evidentemente.
Altro tema, o altra ossessione, se si preferisce, quella della difesa della razza italiana (bianca). Anche qui tema prettamente vannacciano. A luglio scorso, per esempio, la co-fondatrice di Rinascita Nazionale ha pubblicato un post in cui si rammaricava per la elezione a Miss Roma Capitale della «cioccolatina» Sy Fatou Ba, rea di avere origini senegalesi.
Tra Oriana Fallaci e Marco Rizzo, spunta persino Pasolini
Stupisce poi, tra una Oriana Fallaci e un Marco Rizzo, presidente onorario del Partito Comunista e coordinatore di Democrazia Sovrana Popolare, sull’«immigrazione arma del capitalismo», la presenza di una citazione di Pier Paolo Pasolini le cui parole sembrano, in un colpo solo, sminuire drasticamente il pericolo fascista ed evidenziare i pericoli del consumismo e della globalizzazione, altro tema caro a molta parte dell’estrema destra, diciamo quella a maggior vocazione sociale.
Dell’intellettuale si riprende, in particolare, un brano di una lettera aperta indirizzata a Alberto Moravia nel 1973. «Mi chiedo, caro Alberto», scriveva allora Pasolini, «se questo antifascismo rabbioso che viene sfogato nelle piazze oggi a fascismo finito, non sia in fondo un’arma di distrazione che la classe dominante usa su studenti e lavoratori per vincolare il consenso.
Spingere le masse a combattere un nemico inesistente mentre il consumismo striscia, si insinua e logora la società già moribonda». «Al collasso», verrebbe da dire.