Indovina chi esce dalle urne (domani)

di Gianfranco Pasquino

Periodicamente, stuoli di politici e di 
commentatori lamentano che l’attuale 
governo italiano non è stato eletto dal 
popolo, non è uscito dalle urne.

 Dunque, ha scarsa o nulla legittimazione. In questo esercizio, si sono variamente e molto frequentemente cimentati numerosi giornalisti del Corriere della Sera a cominciare dal direttore, Luciano Fontana, a continuare con gli editorialisti Paolo Mieli e Antonio PolitoPierluigi BattistaAldo Cazzullo. Tutti loro inseriscono, persino nella rubrica lettere (curata da Cazzullo, ma una volta la settimana dal direttore), espressioni di cordoglio per i governi italiani che non escono dalle urne come Minerva dalla testa di Giove: bell’e fatti.

Da ultimo, Polito che, essendo un buon conoscitore della Gran Bretagna, dovrebbe saperne di più, ha scritto con riferimento al Conte II: “Il governo ha un difetto di fabbricazione: non è figlio delle urne”.

Le urne delle democrazie parlamentari non sono mai “madri” di nessun governo. Quelle urne partoriscono sempre un parlamento che, con modalità variamente differenziate, sperimentate e spiegate dalla teoria delle coalizioni, darà vita a un governo (spesso a più governi).

Ciascuno di quei governi è del tutto legittimo.

La sua fabbricazione è avvenuta nell’officina parlamentare i cui lavoratori, per restare in metafora, sono stati reclutati e autorizzati dal popolo sovrano con il suo voto.

Nessuno si è mai minimamente sognato di mettere in discussione o di cercare i difetti di fabbricazione dei governi “balneari” della prima fase della Repubblica e dei governi della solidarietà nazionale fra il 1976 e il 1978 … leggi tutto

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