di E.G.
“Da quattro anni a questa parte un pezzo di sindacato italiano proclama sistematicamente scioperi generali.
O abbiamo sindacalisti che non ne azzeccano una ai tavoli e non portano a casa risultati da prima del Governo Draghi, oppure approccio preconcetto e pregiudiziale c’è.
Nell’uno e nell’altro caso vedo un problema molto grave per le qualità della rappresentanza di alcune sigle. Poi ognuno è padrone a casa propria. Anche se non condividiamo le scelte degli altri, per noi l`obiettivo è lavorare, attraverso il dialogo e la contrattazione, per portare dei risultati”.
Lo ha affermato il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, nel corso della trasmissione radiofonica “Giù la maschera” su Radio 1 Rai.
“La Cisl ha sempre avuto una linea di assoluta autonomia rispetto ai Governi e al loro colore politico”, ha proseguito Sbarra. “Ci sembra che i criteri siano un po` più ballerini dall`altra parte. C`è una propensione a proclamare agitazioni sindacali quando non governa una certa parte politica. Lo sciopero è uno strumento da utilizzare con responsabilità, quando le vie di confronto tradizionali risultano non praticabili. Per esempio, ha senso come abbiamo fatto nelle settimane passate per rivendicare il rinnovo del contratto del trasporto pubblico locale, oppure per contrastare le scelte di Stellantis nella filiera dell`automobile, creando un danno all`occupazione”.
Per quanto riguarda la nuova manovra Sbarra ha spiegato che “la legge di stabilità recepisce molte istanze e rivendicazioni che abbiamo avanzato in questi mesi come Cisl. Pur tuttavia è una manovra da migliorare. Per esempio, bisogna tornare indietro nella riduzione degli organici della scuola o nel rimuovere questo blocco parziale del turn over negli Enti locali. Bisogna aumentare maggiormente le pensioni minime, ripristinare le risorse sottratte al mondo automotive, e riconquistare con l`Europa la misura della contribuzione sud, che ha dato molto alla crescita del lavoro. Serve poi un deciso taglio delle tasse sul ceto medio, rimodulando la seconda aliquota Irpef dal 35 a 33 per cento, e alzando lo scaglione fino a 66 mila euro. Il ceto medio fa fatica a recuperare il potere di acquisto. Dobbiamo continuare il dialogo e il confronto con il Governo. Ci stiamo confrontando con tutti i gruppi parlamentari per migliorare la manovra dentro e fuori il perimento della legge di stabilità”.
Il segretario generale della Cisl ha spiegato che c`è “un problema nella rappresentanza istituzionale, sociale e politica. Una dinamica che ha polverizzato i partiti e, come abbiamo visto nelle recenti elezioni in Emilia-Romagna e Umbria, porta a votare meno di una persona su 2 degli aventi diritto. C`è una crisi della politica di disintermediazione che ha fatto perdere ruolo e protagonismo anche ai corpi intermedi. Da questo punto di vista il sindacato se la passa un po` meglio. Alle recenti elezioni RSU nel settore pubblico e privato ci sono stati livelli di partecipazione che hanno sfiorato il 90%. Cero un problema c`è, che è una diretta conseguenza del passaggio d`epoca che ci chiama a una profonda evoluzione. I numeri andrebbero letti insieme. Se l`immagine pubblica di un sindacato deve essere quella di dire no, scaricando attraverso scioperi costi e sacrifici sulle persone, è normale che alla lunga la gente si allontana”.
Quanto al Patto di Stabilità, secondo Sbarra, “va cambiato, perché comprime le dinamiche di crescita e di sviluppo e ripropone una vecchia ricetta centrata sull`austerità. Pensiamo che in Italia ci possano essere altre via per recuperare risorse. Perché non ragioniamo sull`aumento del prelievo fiscale sulle grandi rendite finanziarie, che pagano molto meno di lavoratori e pensioni? Bisogna rimodulare il sistema di incentivi alle imprese secondo criteri di responsabilità sociale e lanciare un`azione di contrato all`evasione e all`elusione fiscale per recuperare risorse”.