Quest’estate Mamadou Ba, direttore di un’organizzazione antirazzista a Lisbona, ha ricevuto una lettera.
“Il nostro obiettivo è uccidere ogni straniero e antifascista. E tu sei fra gli obiettivi”, diceva. Alcune settimane dopo è arrivato un messaggio che gli intimava di andarsene dal Portogallo o la sua famiglia avrebbe dovuto pagarne le conseguenze. Il messaggio era accompagnato dal bossolo di una pallottola.
La vicenda di Ba è solo uno degli episodi di razzismo sempre più frequenti in tutto il Portogallo, che hanno spinto la Rete europea contro il razzismo (Enar) a fare appello per un’ “urgente risposta istituzionale”.
A gennaio di quest’anno una donna nera e sua figlia sono state aggredite perché viaggiavano in autobus senza biglietto. A febbraio due donne brasiliane sono state attaccate dalla polizia fuori da una discoteca capoverdiana e, nello stesso mese, Moussa Marega, un calciatore del Porto nato in Mali, ha abbandonato il campo durante una partita dopo che i tifosi gli hanno rivolto insulti razzisti.
La più grave di queste aggressioni ha avuto luogo un sabato pomeriggio di luglio quando un attore nero, Bruno Candé, è stato ucciso con sei colpi alla schiena, in quello che l’Enar ha definito “un crimine di natura esplicitamente razzista”. “Negli ultimi mesi c’è stata una preoccupante crescita delle aggressioni razziste d’estrema destra in Portogallo, il che conferma che i messaggi d’odio stanno alimentando tattiche più aggressive, che prendono di mira i difensori dei diritti umani che appartengono a minoranze razziali”, ha dichiarato l’organizzazione.
Estrema destra in parlamento
Ba, che dirige l’ong Sos Racismo, è d’accordo: “C’è stata un’evidente impennata di violenza: un chiaro risultato della crescita del terrorismo d’estrema destra in Portogallo negli ultimi anni”.
Nel 2019 la commissione portoghese per l’uguaglianza e contro la discriminazione ha ricevuto 436 denunce per casi di razzismo, un aumento del 26 per cento rispetto al 2018 … leggi tutto