Sono le 11 del mattino di lunedì 19 agosto, ho appena finito di ascoltare la trasmissione Tutta la città ne parla, Radio 3. È il primo servizio giornalistico nazionale che tratta con sufficiente ampiezza l’episodio accaduto sei giorni prima: la morte di una giovane donna “contenuta”, in un reparto di psichiatria, causa un incendio dal quale non ha potuto allontanarsi. Legata al letto e, a quanto pare, rinchiusa sola in una stanza.
Il quasi silenzio stampa di sei giorni, se si escludono i giornali locali, mi ha stupefatto e, devo dire, intimorito. Sarà il clima che stiamo vivendo, ma in Italia i poteri forti mettono paura e pochi decidono di metterli in discussione. Non sto parlando solo di ciò che Michel Foucault definì “potere psichiatrico”, ma anche dei legami di questo potere con il potere giudiziario e con quello che Orson Welles chiama “quarto potere”.
Non bisogna allestire un processo con sentenza, è un atteggiamento che lasciamo all’irresponsabilità dei governanti di quest’epoca. Tuttavia non possiamo non accorgerci che la versione dei “fatti”, assai contraddittoria, fornita dai giornali locali sembra lo schema della strategia difensiva da portare in tribunale: è stata legata al letto, ma è stata sedata dunque legata per pochi minuti, in attesa di somministrarle un secondo sedativo … leggi tutto