Londra e Bruxelles: così vicine, così lontane.
I nodi della Brexit rappresentano lo stress test permanente nel complesso allontanamento della Gran Bretagna da un’Europa in cui non è mai stata particolarmente a suo agio. Negli ultimi giorni si sono intensificati al massimo i viaggi, le telefonate.
A un certo punto la barra della trattativa è stata impugnata ai due massimi livelli da una parte e dell’altra, dal premier britannico Boris Johnson e dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen che hanno invitano i loro sherpa a continuare il negoziato ad oltranza soprattutto sui dossier commerciali.
La lunga marcia di Michel Barnier
Il capo negoziatore dell’UE Michel Barnier informa lunedì a Bruxelles i 27 ambasciatori membri sui passettini in avanti fatti ma intanto tutti si preparano al peggio. Ma tant’è: vale il parere di tutti. Le fatali criticità sono sempre quelle: i dossier sui diritti di pesca, le condizioni di parità, la governance.
Gli scogli, punto per punto
“Quello che vogliamo è un buon affare, un accordo che rispetti questi principi di fair play economico e anche i principi di governance. Cosa significano i principi di governance? Quando si ha un accordo, potrebbe verificarsi un contenzioso e dobbiamo essere certi che poterlo risolvere.
Anche questo è uno dei punti difficili oggetto di discussione”: ha pubblicamente detto Charles Michel, presidente del Consiglio europeo … leggi tutto