Fine del trumpismo, l’abisso evitato (corriere.it)

di Beppe Severgnini

L’America non è guarita, ma dovrebbe aver 
capito che la medicina non è la follia clinica 
di QAnon o le battute aberranti di Rudy Giuliani, 

e davanti a Capitol Hill il partito repubblicano ha visto l’abisso, e farà quasi certamente un passo indietro

Sconcerto, preoccupazione, disgusto. Perfino sollievo, alla fine. Sorpresa, no. L’assalto al Congresso degli Stati Uniti d’America non deve stupirci. Un’azione simile — assurda e provocatoria — maturava da quattro anni: da quando Donald Trump è alla Casa Bianca, dove ha fatto di tutto per dividere la nazione che avrebbe dovuto unire. Non gli è bastato.

Da due mesi il presidente nega la sconfitta elettorale, ripetendo pericolose falsità. Ha citato, evocato, corteggiato i fanatici e incitato i violenti. Che, alla fine, hanno risposto.

Gente che si arrampica sui muri, sfonda le finestre, spacca insegne e cartelli, si sdraia nel seggio della speaker della Camera, si porta via un leggìo come souvenir. Gente con le armi, con i caschi, con le maschere, con le corna e le pellicce, con magliette che inneggiano ad Auschwitz. Immagini che sembrano uscire da una serie televisiva distopica, ma non devono ingannare.

A Washington DC è andata in onda la realtà: abbiamo assistito a un tentativo di colpo di Stato. Goffo e improbabile, forse. Ma resta un assalto alle istituzioni democratiche. Chi minimizza, diventa complice … leggi tutto

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