Negli ultimi giorni, assieme agli arresti di decine di sostenitori di Trump,
le indagini e le ricostruzioni giornalistiche stanno rivelando molti dettagli su com’è andata davvero
Negli ultimi giorni le indagini relative all’attacco al Congresso degli Stati Uniti dello scorso 6 gennaio hanno fatto notevoli progressi. Sono state arrestate decine di sostenitori di Donald Trump, con accuse che vanno dall’effrazione al terrorismo interno; è stata fatta più chiarezza sulle dinamiche dell’attacco e sugli errori che hanno portato all’invasione delle aule parlamentari, anche se le responsabilità sono spesso ancora difficili da discernere; infine, sono state identificate pubblicamente tutte le cinque persone morte durante l’attacco, tra cui un agente della Capitol Police, la forza di polizia deputata alla protezione del Congresso.
Un altro agente è morto domenica, ma non è ancora chiaro se ci sia un legame con l’attacco al Congresso.
Gli arresti e le indagini
Alcuni dei rivoltosi diventati ormai noti dalle foto e dai video sono già stati arrestati negli scorsi giorni. Tra questi c’è Jacob Anthony Chansley, un cospirazionista e sostenitore di QAnon che era entrato nell’edificio a torso nudo, con il volto dipinto e un copricapo di pelliccia, e Adam Johnson, che era stato fotografato mentre, sorridente e con un berretto con la scritta “Trump” in testa, portava via il podio della speaker della Camera Nancy Pelosi.
È stato arrestato anche Richard Barnett, il sostenitore di Trump che ha fatto irruzione nell’ufficio di Pelosi, mettendo i piedi su una scrivania (quella di un assistente, non di Pelosi) e portando via alcuni oggetti, tra cui della corrispondenza … leggi tutto
Here’s the scary moment when protesters initially got into the building from the first floor and made their way outside Senate chamber. pic.twitter.com/CfVIBsgywK
— Igor Bobic (@igorbobic) January 6, 2021