SCUOLA/ La vera domanda a cui Conte e Azzolina non rispondono (ilsussidiario.net)

di Annamaria Poggi

Il governo aveva perfettamente chiaro già il 
9 dicembre cosa si doveva fare per riaprire 
le scuole il 7 gennaio. 

Tuttavia non ha mosso un dito. Perché?

La ripresa scolastica non sarà come la aspettavamo (le superiori riprenderanno al 50% e non si sa per quanto) e come un po’ incautamente avevano promesso il presidente del Consiglio e la ministra Azzolina a più riprese. Inutile ripercorrere gli errori di valutazione e le superficialità che hanno contraddistinto l’azione governativa sulla scuola nella cosiddetta seconda ondata. Occorre ora guardare al futuro per capire come gestire il 2021 ed evitare di perdere anche questa parte dell’anno scolastico.

La prima cosa da fare è uscire dall’inutile dibattito su quanto e come la riapertura delle scuole incida sulla diffusione del contagio. La ministra Azzolina farebbe meglio a non tornare più sulla questione, visto l’imbarazzante precedente.

A novembre abbiamo infatti appreso che il ministro dell’Istruzione non aveva i dati sui contagi nelle scuole e sbandierava superficialmente cifre poi rivelatesi non veritiere. Doveva accadere che una rivista (Wired) chiedesse l’accesso ai dati al ministero per avere finalmente trasparenza sul punto.

Secondo un’altra rivista (Tuttoscuola, 7 dicembre 2020) nel mese di ottobre la Azzolina aveva parlato di quantità irrisorie dei contagi (lo 0,021% tra gli studenti e lo 0,047% tra i docenti). Uno studio statistico elaborato da Livio Fenga (Istat) riferiva, invece, di un impatto ben più rilevante (quantificabile in circa 225.815 contagi). L’autore dello studio precisava, tuttavia, che il dato poteva risultare inquinato dalla sovrapposizione con le elezioni.

Ed infatti bisognerebbe uscire da questo schema mentale e da una parte e dell’altra smetterla di lanciarsi in affermazioni così impegnative circa la correlazione tra frequenza scolastica e contagi, per almeno due ordini di ragioni. In primo luogo non vi sono dati (o perlomeno non sono resi noti) che consentono di verificare se i contagi avvengono nelle aule scolastiche ovvero in altri momenti (es. nel tragitto, sui mezzi pubblici, etc.).

In secondo luogo il dato dei contagi tra la popolazione non viene comparato ad altre categorie o situazioni allo scopo di comprendere la sua reale incidenza sul fenomeno nel suo complesso … leggi tutto

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