di Marco Aime
La sua battaglia contro l’identità Francesco Remotti l’aveva iniziata nel 1996 con un titolo quanto mai significativo, appunto: Contro l’identità (Laterza), dove metteva in luce l’artificiosità delle costruzioni identitarie, per poi proseguire con la denuncia de L’ossessione identitaria (Laterza) in cui ampliava il discorso e metteva in guardia dalle pratiche, spesso manichee, fondate su questo principio.
Tutti e due questi lavori erano fondati più su analisi tese a denunciarne i rischi; con quest’ultima fatica, dal titolo Somiglianze. Una via per la convivenza, Remotti compie un importante passo avanti, scavando fino alle radici del nostro essere. Ed è proprio da questa operazione di scavo, che l’autore ci conduce con un lungo e documentato percorso nei meandri dei bisogni su cui si fondano le identità, mali forse necessari per riuscire a pensarci come gruppo coerente, ma che molto spesso da entità fluide e soggette a cambiamento, si trasformano in fortezze quasi sempre finalizzate a tenere fuori gli altri, a escluderli.
Molto spesso, infatti, molte delle identità proposte come “naturali” sono più il prodotto di una avversione comune verso gli altri, che di un reale legame all’interno del gruppo … leggi tutto