Parla Gianfranco Pasquino, politologo e professore emerito di Scienza Politica a Bologna
Secondo Gianfranco Pasquino, politologo e professore emerito di Scienza Politica a Bologna, Enrico Letta «dovrebbe usare il Pd per riportare in quell’alveo tutti coloro che credono nella sua leadership, da Leu a Italia Viva», ma accettando la candidatura alla segreteria «forse si caccerebbe in un vicolo tremendo».
Professor Pasquino, l’ex presidente del Consiglio è l’uomo giusto per una nuova stagione del Pd?
Certamente Letta è una personalità di rilievo, autorevole, competente e soprattutto decente. Ma non so che tipo di partito voglia costruire. Non so se ha pensato al partito che desidera, se ha cercato di indovinare cosa dovrà essere da ora in poi il Pd nel panorama politico italiano. Spero che il tempo che si è preso gli serva per riflettere su questo e non per fare accordi con le correnti, altrimenti sarebbe già spacciato.
Tuttavia in un partito forte e radicato sul territorio come il Pd pluralismo e correnti ci sono sempre state. Come si può fare a meno di cercare un compromesso?
Innanzitutto occorre dire che non è l’unico partito radicato sul territorio, basti pensare a Fratelli d’Italia, che ha ereditato la grande radicalizzazione del Movimento sociale italiano e questo dà grande forza a Giorgia Meloni. Tuttavia Letta deve sconvolgere le correnti, deve distruggerle. Deve chiedere al partito la possibilità di farsi governare davvero e gli ex correntisti devono tornare a essere uomini e donne liberi e libere a cui Letta di volta in volta farà delle proposte sull’organizzazione del partito in quanto struttura, non in quanto governo. Se non chiederà il potere di ristrutturare il partito, il suo interludio sarà soltanto un sogno.
Pensa che, rispetto alla linea zingarettiana dell’alleanza politica con il Movimento 5 Stelle, Letta possa riuscire a ricucire con i partiti di centro, Italia Viva in primis?
Credo che, prima delle alleanze, Letta dovrebbe usare il partito per riuscire a ripotare in quell’alveo tutti coloro che credono alla sua leadership, certamente Leu e Italia viva. A meno che non siano vassalli e vassalle di Renzi, i parlamentari di Italia Viva non possono non sentire la vicinanza politica a Letta. Ma se non la sentono affari loro.
Dopo gli attriti del passato pensa sia impossibile una ricucitura tra i due ex presidenti del Consiglio?
Immagino che Renzi vorrà fare il vicesegretario di Letta quasi sicuramente…o forse potrebbe fare l’emissario nei paesi arabi, compito che ha dimostrato di saper svolger efficacemente. Tornando seri, Letta dovrebbe avere molto riserbo nell’aprire a Renzi. Prima si pensa al partito, poi alle alleanze.
La minoranza del partito continua a spingere per un congresso in breve tempo, ma questo vorrebbe dire eleggere un reggente soltanto per qualche mese. Potrebbe essere lo stesso Letta?
Questa è una condizione essenziale: Letta non deve in nessun modo accettare di fare il reggente per qualche mese. Deve governare il partito davvero essendone il segretario fino alla scadenza del mandato nel 2023.
C’è il rischio che possa essere “sfruttato” dalle correnti e finire nel tritacarne come già accaduto in passato ad altri segretari?
Il rischio c’è ma deve essere lui a valutarlo chiedendo un voto personale e non per acclamazione. D’altronde non si può andare dal notaio ma lui non deve parlare con i capi corrente. Deve chiedere platealmente all’assemblea che ciascuno di loro voti per coscienza dandogli la propria fiducia … leggi tutto