di Cesare Avenia e Ginevra Bruzzone
Una questione chiave per la politica pubblica, guardando oltre l’emergenza, è come conciliare il perseguimento della sostenibilità ambientale con la crescita economica.
Assicurare la crescita resta fondamentale per creare prospettive di lavoro, garantire la stabilità macroeconomica e mettere a disposizione risorse per le politiche di coesione a sostegno dei più svantaggiati, anche nel contesto della doppia trasformazione ecologica e digitale.
Comprendere il contributo alla sostenibilità ambientale che può venire dal funzionamento concorrenziale del mercato aiuta a capire dove occorre il supporto degli strumenti, europei e nazionali, di regolazione e intervento pubblico. Uno studio realizzato da un Gruppo di lavoro Assonime e pubblicato nei giorni scorsi (Note e studi n. 5/2021) ha analizzato in questa prospettiva le esperienze di alcune delle principali imprese operanti in Italia nei vari settori.
Lo studio evidenzia che conciliare la sostenibilità con la competitività, e quindi con la crescita, fa ormai parte delle dinamiche concorrenziali. Emerge inoltre che l’innovazione, tecnologica e organizzativa, di prodotto e di processo svolge un ruolo chiave per evitare il trade-off tra sostenibilità e redditività. Molte imprese, investendo nel miglioramento dell’efficienza energetica di impianti ed edifici, hanno ridotto i costi operativi.
L’intelligenza artificiale viene utilizzata per diminuire l’impatto ambientale dei processi produttivi, aumentando al contempo la produttività, come ben evidenziato, per trasporti e logistica, dall’esperienza della digitalizzazione del porto di Livorno. Spesso l’innovazione deriva dalla cooperazione intersettoriale.
Le tecnologie satellitari forniscono alle imprese agricole gli strumenti per consumare meno risorse e ridurre emissioni e inquinamento. Il machine learning rende più prevedibile la produzione di energia da fonti rinnovabili, favorendone l’integrazione nel sistema elettrico … leggi tutto