di Chiara Mogetti
Lo sviluppo dell’informatica e di Internet è stato possibile in larga misura grazie al contributo delle donne,
dalle prime programmatrici alle fondatrici delle comunità virtuali evolutesi nei social network odierni.
Eppure, la storia della tecnologia è stata finora una narrazione tutta al maschile. Dove sono le donne? Se ne parlerà domenica 18 aprile alle 18 in occasione di Internazionale a Ferrara: Edizione straordinaria focus città del futuro, Stato islamico e violenza coloniale, in un incontro dal titolo “Connessione”, a partire dal libro di Claire L. Evans Connessione. Storia femminile di internet (Luiss University Press, 2020).
L’autrice fa parte del collettivo cyberfemminista Deep Lab, è una cantante nominata ai Grammy e scrive di tecnologie e futuro per diverse testate. Insieme alla scrittrice Claudia Durastanti, riporterà alla luce le vite di tante che hanno contribuito a rivoluzionare la tecnologia e che, in cambio, sono state messe da parte e dimenticate.
Il festival di giornalismo ha luogo un fine settimana al mese, con incontri, presentazioni, proiezioni, mostre, workshop e ospiti dall’Italia e dal mondo.
Puoi raccontarci qualcosa del tuo lavoro e dei motivi che ti hanno spinto a scrivere del ruolo che le donne hanno e hanno avuto nella storia della tecnologia?
Sono cresciuta online. Mio padre lavorava per INTEL. Avevamo un computer in casa fin da quando ho memoria. Non ho mai sentito, crescendo, che i computer fossero per i ragazzi o per le ragazze. Ma è successo qualcosa nella mia età adulta e, cosa più importante, è successo qualcosa a Internet. Smise di essere una intrarete – una rete di reti – e divenne qualcosa di molto più monolitico e centralizzato, e di conseguenza inizai a sentirmi non benvenuta come persona e come donna. Suppongo che si potrebbe chiamarla una crisi di fede. Questo libro è iniziato come un tentativo di capire qualcosa che avevo sempre dato per scontato e come ricerca di una discendenza che potesse includermi.
Ho voluto reinvestigare la storia, per capire cosa è cambiato. In quanto oggetto culturale, Internet tende a essere cancellato e riscritto, anche se si espande; se non ci aggrappiamo spaventosamente alle cose che ci interessano, perderemo quei ricordi. Volevo scrivere un libro perché credo ancora nella relativa permanenza di una documentazione cartacea ampiamente diffusa. Volevo che ricordassimo prima di dimenticarci … leggi tutto