di Paolo Pecere
Tra deforestazione e lotta indigena, un reportage ecologico e letterario sulle tracce di sciamani e attivisti.
La striscia azzurra del Rio delle Amazzoni segna il confine meridionale della Colombia per una settantina di chilometri fino a un puntino sulla mappa, la cittadina di Léticia. Camminando per mezzora lungo la costa si entra in Brasile, a Tabatinga; attraversando il fiume si approda in Perù.
Ci vuole un attimo a distogliere lo sguardo dal navigatore – il nome delle leggendarie guerriere, le frontiere nazionali disegnate a tavolino – avvistare un orizzonte d’acqua color caffellatte e scoprirsi totalmente spaesati.
La sera del mio arrivo a Léticia c’è un concorso di bellezza e le stradine sono piene di gente. Il tassista rinuncia ad arrivare in ostello e mi fa scendere a un incrocio allagato: “È la festa più grande dell’anno”, spiega. “Di solito qui non c’è nessuno. Ma oggi vengono le famiglie dai dintorni, da oltre confine”. Mi affretto verso i fumi di cucina che segnalano il parco Orellana … leggi tutto