Che cos’è l’abilismo? (sinapsimag.it)

di Alessandro Napoli

“Gli elementi di fragilità che possono limitare 
lo sviluppo e il progresso sociale degli 
individui sono molteplici e dipendono in larga 
misura dalla società e dal contesto in cui 
sono collocati”, 

così si esprimeva Gian Carlo Blangiardo, presidente dell’ISTAT, durante un’audizione presso il Comitato Tecnico-Scientifico della Presidenza del Consiglio dei Ministri dello scorso 24 marzo. Blangiardo, nelle sue premesse, coglie la definizione della stessa disabilità, ovvero la relazione tra le condizioni personali delle persone e l’ambiente fisico e sociale circostante. Tabù e pregiudizi si possono verificare in vario modo, fino a determinare un fenomeno discriminatorio vero e proprio, definito “abilismo”.

Nel vocabolario Treccani si rintraccia una definizione di abilismo, inserita solo nel 2020; il termine deriva dall’inglese “ableism” e viene descritto come “l’atteggiamento discriminatorio nei confronti delle persone con disabilità”.

Il radicammento dell’abilismo è nella convinzione che le abilità tipiche siano superiori e che le persone con disabilità sono quindi degli esseri umani di serie B. Su questo tema ascoltiamo Carmelo Comisi, portavoce del Disability Pride Network, rete di associazioni e organismi che ruotano attorno al variegato mondo delle disabilità. Chiedo subito quale sia il punto di convergenza del network sul ddl Zan.

«Può apparire insolito che una persona con disabilità condivida delle rivendicazioni con un movimento che chiede l’approvazione del ddl Zan, perché percepita dal grande pubblico e passata nei media prevalentemente come norma a tutela delle persone LGBTQA+ dai crimini di odio e violenza.

Questa legge, però, ha il merito di considerare i crimini d’odio per quei reati che comportano violenza e riconducibili sotto il cappello dell’abilismo». Quale definizione dà Carmelo Comisi di questo fenomeno? «Esso è anche altro dalla mera violenza; sono abilisti tutti quegli atteggiamenti che non permettono alle persone con disabilità di vivere una piena inclusione nella società; ma capita che questi atteggiamenti si trasformino in dei comportamenti violenti verso le persone … leggi tutto

 (Josh Appel)

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