di Francesco M. Cataluccio
Nel maggio del 1980, alla fine del mio primo lungo soggiorno a Varsavia, pochi giorni prima di tornare in Italia (il 20 maggio), venne da me un tipo scarmigliato, che si chiamava Mirek ed era il responsabile della stampa clandestina.
Mi chiese se potevo fare da tramite tra loro e Berlino Ovest (era praticamente impossibile allora telefonare dalla Polonia a quella città). Lui mi avrebbe chiamato a Firenze ogni tanto e avrebbe detto frasi tipo: «Anna è una bella ragazza», «il mio cane ha una zecca sulla zampa», «sono stufo di mangiare polli…». Io dovevo poi, cercando di non ridere, chiamare un numero di Berlino e riferire queste frasi. Il signore che mi rispondeva aveva una voce cavernosa ed era sempre assai sbrigativo: ringraziava e riagganciava. Mai una parola di più o un’espressione di soddisfazione o disapprovazione.
Alla fine di luglio del 1980, mentre a Danzica e in altre parti della Polonia esplodevano gli scioperi, organizzati dal sindacato clandestino che si sarebbe chiamato “Solidarnosc”, e io mi accingevo a partire per le vacanze, alcuni amici dissidenti polacchi mi chiamarono di notte da Cracovia e dissero: «Trovati il 18 agosto a Berlino Est, sotto la torre di Alexanderplatz, alle 12,30» … leggi tutto