di Francesco Cundari
Leghisti e Cinquestelle contro i provvedimenti da loro stessi approvati,
Meloni contro la realtà: un confronto politico in cui non viga il principio di non contraddizione è come una partita di tennis in assenza di gravità
Le cronache degli ultimi giorni offrono un piccolo ma illuminante esempio di cosa significhi esattamente quella sospensione della dialettica politica che tanti nostalgici del precedente esecutivo addebitano all’avvento del governo attuale.
Da un lato Matteo Salvini, ospite del Meeting di Rimini, dichiara candidamente che il reddito di cittadinanza – vale a dire il principale provvedimento economico voluto dai cinquestelle ai tempi del governo con la Lega – è stato un grosso errore, che ha sbagliato a votarlo, lo riconosce, ma adesso bisogna proprio tornare indietro.
Dall’altro Pasquale Tridico, che quello stesso governo ha nominato presidente dell’Inps con l’obiettivo di attuare Quota 100 – cioè il principale provvedimento economico voluto a quel tempo dalla Lega – dichiara con non minore candore che per quanto lo riguarda «la fine di Quota 100 non è la fine del mondo».
È evidente anche a un bambino che all’indomani delle prossime elezioni, se leghisti e cinquestelle dovessero trovarlo conveniente, non esiterebbero un minuto a rimettersi insieme e a rifare esattamente le stesse cose, o altre analoghe, di cui eventualmente pentirsi poi.
E sarebbe strano il contrario, considerando che i primi sono entrati in parlamento su posizioni no euro e filoputiniane per ritrovarsi oggi a sostenere un governo dichiaratamente europeista e atlantista, e i secondi pure.
È dunque lecito domandarsi quale sarebbe esattamente la dialettica politica che l’avvento del governo Draghi avrebbe sospeso, e se non sia piuttosto la deriva populista ad avere sospeso, prima ancora che la dialettica politica, la dialettica tout court, con l’abolizione del principio di non-contraddizione e l’edificazione di un nuovo discorso pubblico fondato sul nonsense (con l’attiva partecipazione di Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia, altamente concorrenziali su questo terreno).
Non tedierò a questo punto il lettore con l’interminabile elenco di tutte le posizioni autocontraddittorie o semplicemente insensate assunte dai populisti dei vari schieramenti negli ultimi tempi, anche sulle questioni più delicate – letteralmente vitali – come vaccini e green pass … leggi tutto
(Mark Williams)