La spettralità ha attraversato il pensiero del Novecento ma è solo adesso che un inquinante dell’aria ha attaccato le sinapsi dell’immaginario collettivo e ha relegato i fantasmi di cui parlavano Derrida o Žižek in una wunderkammer obsoleta.
Questo inquinante è il crollo percepito del futuro, un futuro troppo smaltato nel pensiero evoluzionista, troppo volontaristico nella antropopoiesi marxista, troppo vaporoso nella controcultura pop.
Adesso è il futuro il vero fantasma del nostro tempo e, con una retroazione all you can eat, la spettralità è un geist che sta divorando il presente e il passato, trasformando in ectoplasmi forme di vita che ancora esistono o che per essere esistite, e non esserci più, infestano il nostro lungo sonno da svegli.
Me ne sono reso conto, con l’impatto di un pugno interiore, quando ho fatto ponte tra due intrusioni nel cuore, che mi hanno lasciato a pezzi. La seconda è un audio condiviso in rete in cui un’orca in cattività dice “hello” e “bye-bye” imitando la voce del proprio addestratore … leggi tutto