Il dissenso non è disobbedienza (corriere.it)

di Gerardo Villanacci

Nonostante sia dimostrato che le vaccinazioni sono 
alla base della ripresa, continuano le 
manifestazioni dei contrari. 

E preoccupa che si inciti a una sistematica violazione delle regole che stanno evitando danni maggiori

Benché il presidente del Consiglio abbia reiteratamente dichiarato e documentato che le vaccinazioni sono alla base della ripresa, le manifestazioni dei contrari ai vaccini sono sempre più incessanti e, in alcuni casi, hanno assunto dimensioni di una certa gravità non soltanto per le minacciate e talvolta realizzate iniziative rilevanti dal punto di vista penale, ma anche, forse soprattutto, per gli effetti di decadimento culturale che potrebbero determinare.

Non è in discussione la possibilità di dissentire contro provvedimenti legislativi posto che le manifestazioni di disaccordo rappresentano, se pacifiche, una legittima forma di protesta. Ma anche una azione politica non convenzionale attraverso la quale si punta a cambiare talune disposizioni legislative esercitando una influenza sociale.

Tuttavia, nell’eterogeneo mondo dell’antivaccinismo è possibile individuare delle posizioni estreme come quelle di chi assume di essere sottoposto a una dittatura sanitaria, oppure altre, talvolta espresse anche da donne e uomini delle istituzioni che, sul presupposto della illegittimità di un provvedimento legislativo, dichiarano di non volerlo rispettare incitandone la disobbedienza.

È quanto è accaduto, per esempio, il 25 settembre scorso, quando in una manifestazione di protesa a Roma contro il green pass ed i vaccini, è salita sul palco una vice questore che richiamandosi alle parole di Gandhi è giunta a sostenere che «la disobbedienza civile è un dovere sacro quando lo Stato diventa dispotico o corrotto».

Per lei ci sono stati molti applausi e autorevoli prese di posizioni favorevoli.

A prescindere dal possibile avvio di un’azione disciplinare nei confronti dell’interessata, ciò che suscita maggiore preoccupazione è il rischio che questi comportamenti incitino una sistematica violazione di regole che, nel caso della pandemia, piaccia oppure no, hanno certamente evitato una maggiore diffusione della stessa … leggi tutto

(Ivan Diaz)

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