di Carlo Scarpa
Quella di Alitalia è ormai una crisi industriale come tante altre nel nostro paese. Un fatto che sembra diventato chiaro anche al governo. Perciò il commissario unico prima di vendere la compagnia, dovrà ristrutturarla. E i costi li pagheranno i contribuenti.
Una crisi come le altre
A suo tempo, scrivere di Alitalia era una sfida intellettuale abbastanza contro corrente, con maggioranze che blateravano di salvare l’italianità e nonsense del genere. Molti in realtà continuano a temere la perdita di italianità della compagnia aerea, ma scriverne è diventato noioso, e ripetitivo come gli errori che si sono commessi e che si prefigurano ancora all’orizzonte.
Il primo errore? Prestare tanta attenzione ad Alitalia. Vent’anni fa la compagnia impiegava circa 23 mila persone, oggi meno della metà. Di piloti e tecnici di volo ne impiegava circa 2.500, oggi forse un po’ più di metà.
Vent’anni fa Alitalia era probabilmente il principale vettore degli italiani, oggi RyanAir e EasyJet ne muovono senz’altro di più. E se ci si concentra sui voli internazionali, anche Lufthansa è più importante come vettore da e per l’Italia … leggi tutto