REDDITO DI CITTADINANZA/ I problemi irrisolti con il “ritocchino” della manovra (ilsussidiario.net)

di Giuliano Cazzola

Nella Legge di bilancio ci sono misure che 
riguardano il Reddito di cittadinanza,

ma non una vera e proprio riforma di questo strumento

Il disegno di Legge di bilancio dedica un pacchetto di norme a un riordino del Reddito di cittadinanza (Rdc). Il tema era oggetto di conflittualità all’interno della maggioranza, soprattutto tra i partiti che col Governo Conte-1 si erano divise la bandierine; quota 100 e dintorni la Lega, il RdC il M5S. Ora alla stregua di ex coniugi in polemica tra di loro – pur facendo parte della medesima coalizione – si rinfacciano l’uno il trofeo dell’altro.

Matteo Renzi aveva addirittura minacciato di raccogliere le firme per un referendum abrogativo, si cui si è persa ogni notizia. Inoltre, con un bel po’ di nonchalance il Governo aveva recentemente implementato di un miliardo il finanziamento per assicurare la copertura necessaria e costringere l’Inps – come stabilisce la legge – a ridurre le prestazioni erogate.

Le misure inserite nel ddl di bilancio sono senz’altro utili e affrontano problemi reali, riconducibili – come vedremo – a una migliore gestione della situazione vigente piuttosto che intraprendere un percorso di riforma che dovrebbe essere affidato alle missioni del lavoro (con relative risorse) previste nel Pnrr. Innanzitutto migliorano i controlli contro gli abusi e le truffe.

Verranno compiuti ex ante. Qualcuno potrebbe chiedere: ma non dovrebbe essere sempre così? Errato: nel 2019, dopo il varo della legge, l’Inps ricevette l’ordine in sede politica di non fare delle storie e guastare la festa per la sconfitta della povertà. Saranno ridefiniti i parametri a favore delle famiglie più numerose; sarà riconsiderata la possibilità di cumulo tra il RdC e un reddito da lavoro perché con la normativa attuale incentiva nei fatti il lavoro nero; sarà previsto un decalage più rigoroso nel caso di rifiuto di un’offerta di lavoro. 

Ma sono questi i limiti genetici che non hanno consentito al RdC di realizzare gli obiettivi per i quali era stato istituito? Mentre il RdC ha funzionato (sia pure a macchie di leopardo) nel caso di coloro che non sono spendibili nel mercato del lavoro e, quindi, vengono presi in carico dai servizi sociali dei Comuni, sulla base di un patto di inclusione sociale (alla stregua del ReI), per la restante parte, rivolta a chi sia profilato come potenzialmente occupabile, il Rdc come strumento per reperire lavoro ha fallito.

E non si può dare la responsabilità di questo clamoroso insuccesso solo ai Cpi, ai navigator e agli effetti dell’emergenza sanitaria (che pure hanno pesato, visto che il divieto di licenziamento ha bloccato le assunzioni) … leggi tutto

(Torsten Dederichs)

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