di Sam Wolfson, The Guardian, Regno Unito
Il 28 ottobre Facebook ha annunciato un modo nuovo e innovativo per distrarre l’opinione pubblica
dal disastro di pubbliche relazioni in cui si trova l’azienda. Mentre i giornalisti continuano a esaminare migliaia di documenti di cui sono entrati in possesso, e che mostrano come l’azienda sia perfettamente consapevole di fare danni alle società democratiche, Mark Zuckerberg ha annunciato che Facebook avrà un nuovo nome, Meta, un nuovo logo che ricorda un na’vi, l’umanoide di Avatar, e passerà dalla diffusione di disinformazione sui vaccini alla creazione di una versione di basso livello di Second Life.
Zuckerberg ha promesso che in futuro tutti noi lavoreremo, giocheremo e “organizzeremo feste di compleanno a sorpresa” come avatar nel metaverso di realtà virtuale di Facebook. I suoi esempi di come potrebbe funzionare contengono tutta la consapevolezza culturale di una strategia per l’uso dei social media alla Kendall Roy.
In una sequenza Zuckerberg arriva su una nave spaziale – “questo posto è incredibile! L’ha realizzato un creator che ho incontrato a Los Angeles!” – prima di aprire la sua lista di contatti, rievocare il rapper più in voga nel 2007, T-Pain, fino ad arrivare a un amico che realizza una sorta di opera d’arte di strada in 3D che dalle vie di New York arriva alla piattaforma dell’astronave.
“È stupefacente! Adoro il movimento”, dicono i sodali virtuali di Zuckerberg, mentre fissano un qualcosa che somiglia a un pezzo di clip art adatto alla carta intestata di uno studio legale di quart’ordine. Poi, proprio mentre si sta allontanando, Zuckerberg compra il qualcosa, apparentemente come non-fungible token (nft), in modo da lasciarlo nello spazio virtuale per sempre.
Baroni briganti
Il mondo ludico virtuale di Zuckerberg gli serve per sfuggire alla distruzione che ha diffuso in quello reale. Facebook ha giocato un ruolo importante nel fomentare la pulizia etnica in Birmania, nell’incitare linciaggi in India e in Sri Lanka, nell’amplificare il nazionalismo bianco negli Stati Uniti, e nel fornire al movimento antivaccino un enorme megafono durante una pandemia globale.
Piuttosto che affrontare questa devastazione, Zuckerberg vuole attirare la nostra attenzione su un pianeta di finzione dove lui è amico dei rapper e noi possiamo guardare le stories di Instagram su un vascello pirata.
Zuckerberg rientra in quel gruppo di baroni briganti del ventunesimo secolo che, dopo aver colonizzato con successo enormi porzioni della Terra 1.0, stanno cercando di fuggire in altre sfere della realtà … leggi tutto