E' un grido di allarme quello lanciato da Svetlana Broz, direttrice dell'associazione Gariwo di Sarajevo.
I territori dei Balcani occidentali vengono lasciati in mano a politici criminali, con una comunità internazionale troppo attendista. Una flebile speranza resta nei giovani, se ancora non se ne sono andati all’estero
(Originariamente pubblicato da Monitor , il 22 ottobre 2021)
Durante una recente riunione dei ministri degli Esteri degli stati membri dell’Unione europea Josep Borrell, Alto rappresentante dell’UE per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, ha presentato una relazione in cui ha espresso forte preoccupazione per la situazione nei Balcani occidentali. Lei conosce bene i paesi dei Balcani occidentali, oggi come li vede?
Li vedo, ormai da più di tre decenni, come una polveriera, ed è una percezione che non deve affatto stupire. Immaginiamo come sarebbe oggi la Germania se dopo la Seconda guerra mondiale gli Alleati avessero permesso al Partito nazionalsocialista tedesco e ai collaboratori di Hitler di rimanere al potere. Questo partito fu bandito dalla legge – tale divieto è tuttora in vigore – e dei ventiquattro criminali di guerra processati a Norimberga ventitré furono condannati a morte in un processo durato tre anni e mezzo.
Nei Balcani accadde l’esatto contrario: tutti i partiti nazionali (leggi nazional-socialisti, ndr) che avevano orchestrato e portato avanti le guerre degli anni Novanta sono rimasti al potere anche dopo le guerre e governano ancora, e i processi per crimini di guerra presso il Tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia si sono protratti per quasi tre decenni. Tutto nel nome del rispetto dei diritti umani degli imputati che uccisero più di 100mila persone e costrinsero 2,5 milioni di cittadini bosniaco-erzegovesi ad abbandonare le loro case.
La maggior parte degli ideatori di questi crimini è ancora al potere nei paesi dei Balcani occidentali, sono diventati membri della più potente organizzazione criminale in Europa, vengono eletti da cittadini impauriti, con la benedizione dell’UE.
Ritiene che le condizioni di vita dei semplici cittadini dei paesi dei Balcani occidentali possano migliorare senza condizionamenti e pressioni da parte delle organizzazioni internazionali, dell’UE e degli Stati Uniti?
I cittadini inermi non possono tenere a bada coloro che hanno tutto il potere, soldi e assassini addestrati a combattere le guerre come quelle degli anni Novanta, guerre che i politici al potere sembrano voler riaccendere. Basterebbe che le istituzioni internazionali – che sono presenti nei Balcani ormai da più di trent’anni e per tutto questo tempo hanno continuato a seguire e registrare con accuratezza tutte le attività criminali – mettessero insieme e rivelassero tutte le prove di cui dispongono e che si impegnassero a creare le condizioni affinché i procuratori e i giudici possano esercitare le loro funzioni in modo imparziale.
Così facendo contribuirebbero a creare una magistratura indipendente. Ma siccome negli ultimi tre decenni le istituzioni internazionali non hanno mai ritenuto opportuno farlo, sembra che a loro giovi la perenne instabilità dei Balcani occidentali. Resta da vedere per quanto tempo ancora gioverà loro tale situazione.
Ricordo una conversazione intrattenuta molto tempo fa con il segretario generale dell’Osce che, rispondendo al mio appello affinché l’Osce aiutasse i paesi dei Balcani occidentali a sconfiggere la criminalità organizzata, affermò che ogni paese doveva affrontare quella sfida da solo. Da allora nulla è cambiato.
I criminali governano, mentre i cittadini derubati tacciono temendo che la situazione possa ancora peggiorare … leggi tutto
(foto Medija Centar Belgrado)