La bozza della legge di bilancio definisce le risorse per la sanità.
Ma non affronta tre questioni cruciali: la ristrutturazione della rete ospedaliera da coordinare con i servizi territoriali, la dotazione di personale e il ruolo delle regioni.
Le risorse del Fondo sanitario nazionale
Il governo Draghi ha varato nei giorni scorsi la bozza (incompleta) della legge di bilancio per il 2022. Per quanto riguarda la sanità, da un lato sono state confermate le risorse del Documento programmatico di bilancio, dall’altro restano meno chiare le linee di riforma complessive, per le quali abbiamo solo i titoli degli articoli sottoposti a verifica dal ministero dell’Economia e Finanza e dal ministero della Salute, con la contingenza politica che spinge ancora la discussione sulla campagna vaccinale e l’allungamento dello stato di emergenza nazionale.
Crescono dunque le risorse per il Fondo sanitario nazionale, ma crescono meno di quanto dovrebbe aumentare il Pil in base alle stime del governo. Sostanzialmente tutti i giornali hanno messo in luce come il Fondo sanitario nazionale sia destinato a crescere di 2 miliardi all’anno tra il 2022 e il 2024, passando da 124 a 128 miliardi di euro.
Il fabbisogno sanitario nazionale standard era stato determinato in 121 miliardi di euro nel 2021 e il governo precedente aveva già programmato un aumento di circa 1 miliardo per il 2022. Ma se valgono le previsioni del governo sulla crescita nominale del Pil, a dispetto di questi numeri, in quota di Pil il finanziamento è destinato a scendere nei prossimi anni, riportandosi in linea con il trend che aveva caratterizzato l’azione dei governi precedenti.
Come si nota chiaramente dalla figura 1, infatti, se si prendono in considerazione le previsioni del governo in merito alla crescita del Pil nominale da qui al 2024, gli anni del Covid-19 saranno ricordati come molto particolari rispetto alla politica di stabilizzazione della spesa in rapporto al Pil, su valori nell’intorno del 6,5 per cento.
Non c’è nulla di sorprendente: con un finanziamento crescente in termini nominali, la spesa sul Pil è schizzata sopra il 7 per cento nel 2020 soprattutto per l’effetto della riduzione marcata del denominatore; il rimbalzo del Pil negli anni seguenti spiega la riduzione del finanziamento in quota di Pil, dati gli stanziamenti del governo.
Bene saperlo in anticipo, per evitare le discussioni della prima ondata del Covid-19, quando tutto il problema della pandemia era ridotto alla nostra spesa sanitaria più bassa rispetto ad altri paesi come Francia o Germania … leggi tutto