Luigi di Maio li aveva definiti i nuovi alfieri delle politiche attive.
Dopo due anni e mezzo e 180 milioni di euro spesi tra stipendi e formazione il loro impatto sull’occupazione è stato nullo. «Il ministro non si era mai occupato di politiche del lavoro, ma era convinto che la competenza non servisse, che per eliminare la povertà bastassero le escogitazioni dell’ultimo momento»
«Voi avete studiato più di me, non avete un ruolo da scrivania ma un lavoro dinamico. Con voi inizia una rivoluzione». Così nell’estate del 2019 Luigi Di Maio parlava ai navigator appena assunti. Li aveva definiti «gli alfieri di un nuovo modo di portare avanti le politiche attive in Italia». Talmente nuovo che dopo due anni rischia di sparire. Il contratto di 2500 navigator è in scadenza il 31 dicembre e la legge di Bilancio non ne ha previsto il rinnovo. «Al loro posto ci saranno Agenzie private del lavoro», ha dichiarato il ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta.