C’era una volta il Mes (lavoce.info)

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Prima se ne è parlato fin troppo, ora del Mes 
non parla più nessuno. 

Invece sarebbe utile riprendere la discussione. Perché i problemi del nostro sistema sanitario sono ancora da risolvere e risparmiare risorse è sempre una necessità.

La discussione sul Mes

Nel momento più critico della pandemia, il “tema” Meccanismo europeo di stabilità è stato uno dei più trattati all’interno del mondo politico e di quello giornalistico. Per quasi un anno non c’è stato giorno in cui carta stampata e telegiornali, seguendo una diatriba politica interna al governo Conte II, non abbiano parlato del Mes, interrogandosi sull’esistenza o meno di condizionalità, evocando un presunto rischio stigma e dividendosi conseguentemente fra chi sollecitava l’esecutivo dell’epoca a prendere quei circa 36 miliardi e chi, invece, profetizzava il rischio di portarsi in casa un “cavallo di Troika”.

Oggi, trascorsi diversi mesi da quando è cambiato l’inquilino a Palazzo Chigi, la “questione” Mes è scomparsa dai radar dell’informazione ed è finita nel dimenticatoio: effettuando una rapida ricerca su Internet, è infatti difficile trovare anche solo notizie sul tema, mentre su giornali e canali televisivi il celeberrimo acronimo è caduto nell’oblio.

Inizialmente, per giustificare l’improvvisa “scomparsa”, da più parti è stato sottolineato come l’avvento del nuovo governo avesse comportato un’importante riduzione dei tassi sul debito pubblico e, di rimando, fosse venuta meno la convenienza di far ricorso ai fondi del Meccanismo europeo di stabilità.

Ora, con i tassi d’interesse che sono tornati ad aumentare (superando quelli dell’autunno 2020), la giustificazione ha perso di valore. Eppure, di quei circa 36 miliardi di euro non se ne parla più.

Che cos’è la “Pandemic Crisis Support Credit Line” 

È allora utile richiamare velocemente le caratteristiche della linea di credito Mes e rispolverare le motivazioni a favore, e contro, lo strumento.

La Pandemic Crisis Support Credit Line è stata messa a punto dall’Eurogruppo, e quindi approvata dal Consiglio europeo e dal Board of Governors del Mes, nella primavera del 2020, con un obiettivo specifico: finanziare le spese, dirette o indirette, di carattere sanitario riconducibili all’epidemia da Covid-19.

L’importo massimo per ogni paese è pari al 2 per cento del Pil nazionale (per l’Italia, i famosi 36 miliardi). Stando a quanto affermato dalla Commissione e dai vertici dello stesso Meccanismo europeo di stabilità, non sono previste condizionalità di alcun genere nell’attingere a questi fondi.

Proprio quest’ultimo elemento è stato però alla base della diatriba sorta nel nostro paese: alcune forze politiche (sostenute da parte della dottrina) hanno affermato come, a Trattati invariati, le condizionalità sarebbero invece rimaste e, in quest’ottica, l’Italia avrebbe potuto essere sottoposta a trattamenti affini a quelli “subiti” dagli altri stati europei che, in passato, hanno fatto ricorso al Mes … leggi tutto

(Ernesto Velázquez)

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