Conflitto in Yemen e violazioni dei diritti umani: minacce e pressioni dell’Arabia Saudita contro l’indagine delle Nazioni Unite (valigiablu.it)

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Secondo quanto rivelato dal Guardian l'Arabia 
Saudita avrebbe avuto un ruolo chiave nella 
chiusura dell'indagine indipendente condotta 
dalle Nazioni Unite

sulle violazioni dei diritti umani commesse da tutte le parti coinvolte nel conflitto in Yemen.

Attraverso l’uso di incentivi economici e minacce le autorità del regno hanno fatto pressione su alcuni Stati affinché la risoluzione promossa dai Paesi Bassi, votata il 7 ottobre dai membri del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite (HRC), che avrebbe prorogato l’indagine di ulteriori due anni, fosse bocciata.

Il voto negativo ha segnato la prima sconfitta di una risoluzione nei 15 anni di storia dell’organo che ha sede a Ginevra.

«Con questo voto, le Nazioni Unite hanno abbandonato la popolazione dello Yemen, tuttora vittima di una delle peggiori crisi umanitarie del mondo. Le pressioni di Arabia Saudita, Bahrein ed Emirati Arabi Uniti hanno avuto successo. Ma chi ha votato contro il rinnovo del mandato del Gruppo di eminenti esperti o si è astenuto dovrà vergognarsi», aveva dichiarato all’indomani del votazione Heba Morayef, direttrice di Amnesty International per il Medio Oriente e l’Africa del Nord.

Anche Radhya al-Mutawakel, presidente del gruppo indipendente yemenita Mwatana per i diritti umani, si è detta profondamente delusa dal voto contrario al rinnovo del mandato poiché sancisce l’abbandono del popolo yemenita e il via libera alle parti coinvolte nel conflitto di continuare la campagna di morte e distruzione.

Funzionari politici, fonti diplomatiche e attivisti con una conoscenza diretta di quanto accaduto nelle fasi precedenti al voto hanno descritto al Guardian come, attraverso una campagna di lobby gestita sottotraccia, i sauditi abbiano influenzato i funzionari di determinati paesi per assicurarsi la sconfitta del provvedimento.

Riyadh avrebbe infatti avvertito l’Indonesia che la sua popolazione avrebbe avuto difficoltà per recarsi alla Mecca – con il mancato riconoscimento dei certificati di vaccinazione indonesiani contro la COVID-19 – se i funzionari non avessero votato contro la risoluzione mostrando così – secondo le dichiarazioni di un osservatore – quanto i sauditi fossero disposti anche a “strumentalizzare” l’accesso a un luogo sacro pur di raggiungere il proprio obiettivo.

Allo stesso modo, negli stessi minuti in cui funzionari del suo paese esprimevano il voto contrario alla risoluzione, il ministro degli Esteri togolese, in visita ufficiale a Riyadh, annunciava l’apertura di una nuova ambasciata nella capitale del regno e il sostegno economico del Centro internazionale per la lotta al terrorismo con sede in Arabia Saudita per attività di prevenzione … leggi tutto

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