di Vincenzo R. Spagnolo
Il caso segnalato dalla ong Aegean Boat Report:
la Guardia costiera ellenica rimette in acqua verso la Turchia 25 persone, tra cui 17 piccoli, sbarcati a Lesbo. I testimoni riferiscono di percosse
«Please, per favore aiutateci. Abbiamo molti bambini con noi, alcuni malati, e non vogliamo che la polizia ci respinga ancora. Siamo terrorizzati…». È uno degli angoscianti audiomessaggi pubblicati nelle scorse ore dal sito web Aegeanboatreport.com, gestito da una ong che realizza dettagliati rapporti sugli spostamenti di migranti nel Mediterraneo, citata più volte in giudizio dal governo di Atene per la sua opera di denuncia di presunti respingimenti.
L’audiomessaggio arriva da un gruppo di 25 persone, fra cui 17 bambini piccoli, che dopo l’approdo notturno sull’isola greca di Lesbo, nei giorni scorsi sarebbero state prima fermate dalla polizia locale, poi «picchiate e maltrattate» prima di essere riportate in acqua e infine lasciate alla deriva in mare aperto su una zattera poi incagliatisi sulle coste turche. (QUI L’ARTICOLO CON I MESSAGGI AUDIO)
Un presunto respingimento, dunque, preceduto da un rastrellamento a Lesbo da parte di uomini armati e con passamontagna ma poi culminato – secondo le testimonianze dei migranti raccolte dalla ong – nel trasbordo su un’imbarcazione della Guardia costiera greca, ossia di personale di uno Stato dell’Unione europea, tenuto al rispetto dei diritti umani e delle convenzioni internazionali.
La vicenda, nella ricostruzione (quasi una cronaca minuto per minuto, documentata con foto e corroborata da testimonianze) è presente sul sito Aegeanboatreport.com. E parte da domenica 9 gennaio, quando un barcone coi 25 migranti si arena a sud di Tsonia, sulla costa nord est di Lesbo. Uomini, donne e bambini si nascondono nei boschi, per timore di essere subito rimandati in Turchia.
È stato barbaro, si sono divertiti