Cinque anni di violenze, torture e uccisioni ai danni di profughi e richiedenti asilo.
Amaro, secondo Amnesty International, Emergency e Medici Senza Frontiere, il bilancio del Memorandum Italia-Libia sul contrasto all’immigrazione illegale. Amnesty International parla di veri e propri rastrellamenti a tappeto, condotti dalle autorità in Libia tra i richiedenti asilo. Molti di loro, denuncia l’ONG, subiscono maltrattamenti e torture.
Ancora di recente, nel centro di detenzione di Al Malabani, sei sarebbero state addirittura uccise e una ventina rimaste ferite da colpi d’arma da fuoco. Non violenze episodiche ma un modus operandi ricorrente, che risponderebbe a un vero business model, incentrato sulla “vendita” dei migranti intercettati a gruppi criminali o sull’estorsione operata ai danni delle loro famiglie.
La protesta in scena davanti alla Farnesina: “Il Memorandum apre ad abusi e torture”
In occasione del 5° anniversario della firma del Memorandum, siglato nel 2017 dall’allora premier Paolo Gentiloni con il primo ministro del Governo di Riconciliazione libico Fayez al-Sarraj, diverse ONG hanno quindi organizzato un sit-in davanti al Ministero degli esteri a Roma, per invocare un cambiamento di rotta e denunciare quello che definiscono un “sistema di abusi e torture”.
“Ancora una volta vediamo che le politiche migratorie europee e italiane danno priorità alla sicurezza delle frontiere rispetto alla vita delle persone – denuncia Bianca Benvenuti di MSF Italia:.
Questo memorandum non fa che continuare a condannare migliaia di migranti alla morte in mare e a un ciclo di abusi e di violenze in Libia” … leggi tutto