Quel che è ormai chiaro nei primi cento giorni di Matteo Lepore è che i problemi maggiori il sindaco non li avrà da una opposizione di centrodestra
che si accontenta di qualche picco a inizio seduta. Ma dal fuoco amico, per modo di dire, di quelli che vengono semplificando chiamati i ribelli, ovvero i piddini rifomisti che tentarono il ribaltone sposando la causa della sindaca Isabella Conti alle primarie.
Sono loro, in testa l’ex assessore Alberto Aitini, a fare il controcanto alle mosse della giunta come nel rivendicare la contuinità amministrativa dei progetti di Merola (Passante, tram…) o come nel caso del piano freddo.
Dinamica ormai scontata e complicata dal fatto che a congresso provinciale ormai finito, ancora mancano nel Pd i passaggi formali e politici per la formazione della segreteria e della direzione, tenendo così in scacco il 32% strappato dalla minoranza.
Più passa il tempo e più sarà difficile trovare una ricomposizione, perché se è vero che più c’è sintonia tra amministrazione e vertici locali del partito e più in Comune dormono sonni tranquilli, non va però sottovalutato il processo per altro non nuovo in cui tutto avviene e si tiene all’interno del Pd: governo e opposizione.
Dove i veleni vecchi e nuovi rischiano di far molti danni.