ESCLUSIVO - Il secondo video inedito dell'inchiesta del Riformista
Primo piano, interno giorno. La trattoria Ai Bozzi, in Piazza Giuditta Tavani Arquati a Trastevere, è affollata. Sigfrido Ranucci ha telefonato per prenotare un tavolo. Quattro coperti. È lì, a pranzo, lontano da orecchi e sguardi indiscreti, che ha deciso di incontrare due persone che sono appena arrivate a Roma dal Veneto, in treno. Non sono nomi noti. E non sono certo fornitori Rai.
Avrebbero per le mani – è l’alicetta con cui l’hanno agganciato – del materiale scottante su Flavio Tosi. Nel processo che seguirà, spiegheranno di aver inscenato un finto accordo per registrare di nascosto – usando due telecamere nascoste – la trattativa con cui Sigfrido Ranucci confeziona servizi e dossier.
Agendo come attori, riescono a catturare una conversazione che ha dell’incredibile. Per le cose che dice Ranucci, per come le sostanzia, per le amicizie che vanta. E soprattutto per un fatto: presenta una complicità, una consuetudine, una familiarità con i vertici dei servizi segreti, parlandone con leggerezza perfino con due sconosciuti che lo stanno incontrando per la prima volta.
Il video che mostriamo qui è del tutto inedito: mostra il conduttore Rai nell’atteggiamento di blandire i due, un po’ restii a cedergli il materiale “piccante”. Per convincerli, oltre ai soldi di cui ha parlato nel primo video, da noi già pubblicato, li rassicura con l’evocazione di relazioni altisonanti: “Io ti chiamo il comandante del Ros adesso. È uno collegato con i servizi segreti. Interni. È la persona ideale in questo momento. Poi se tra sei mesi lo spostano, sono cazzi”.
La cosa non si limita, come fanno credere i commedianti, alla necessità di proteggere una persona: “Loro stanno cercando queste cose qua”, aggiunge Ranucci. Dove “loro” sembra stare per Servizi segreti, e “queste cose” sarebbero i presunti – ma inesistenti – video compromettenti.
La correlazione sarebbe biunivoca, fa capire Ranucci: “Mi ha chiamato lui a me, hai capito?”, fa notare … leggi tutto