Senza salutare nessuno. Un ritorno in
Istria di Silvia Dai Pra’ – edito da Laterza
nel 2019 – è un «memoir, reportage, storia
familiare, o forse tutte queste cose
insieme»[1].
L’autrice, nata a Pontremoli nel 1977, cresce a Massa Carrara, in una città medaglia d’oro della Resistenza. La nonna materna è stata staffetta e la memoria da parte di madre ricorre, vigorosa e orgogliosa di sé, per aprire a un’adolescenza di quotidiane certezze antifasciste:
[…] fumavo Diana Blu, leggevo «il Manifesto», ascoltavo musica grunge o le canzoni dei gruppetti nati nei centri sociali che invitavano a cavare gli occhi ai fascisti; quando con i miei amici, rientrando tardi la sera, vedevo qualcuno davanti al circolo di Alleanza Nazionale, abbassavo il finestrino per urlargli un insulto o per fargli il gesto di essere appesi a testa in giù: «piazza Loreto!», gridavamo e sgasavamo via ridendo.[2]
Il cortocircuito sta altrove. Suo padre, dichiaratamente comunista, è vittima di una depressione strisciante e un po’ inspiegabile, figlio di una donna reticente che cucina sempre le stesse cose, non parla del suo passato ed esplicitamente chiede, quando nel 1988 la famiglia va in Istria per una vacanza, che – come nel titolo – non le si saluti nessuno … leggi tutto