di Matteo De Giuli
1. L’Esselunga di Segrate è l’ultimo posto in cui mi sarei aspettato di assistere alla fine del mondo.
Domenica sera, il 23 febbraio scorso, ero lì a fare la solita spesa, e la prima cosa strana che ho visto sono state alcune persone, almeno tre, che dall’uscita andavano verso il parcheggio con una decina di confezioni da sei di bottiglie d’acqua a testa nel carrello. Facendo conti: 1,5l x 6 x 10 fanno un totale di 900 litri di acqua.
Per il resto, le fotografie dei supermercati lombardi svuotati dai clienti quella domenica hanno girato molto. Gli esperti di psicologia sociale spiegano che in casi come questi non si può parlare davvero di panico, che è un sentimento che si innesca solo in eventi rari, a livello di gruppo, e in scenari estremi come un attacco terroristico.
Lì invece eravamo davanti a qualche centinaio di persone che dopo aver passato mesi ad ascoltare di città deserte, in Cina, di gente che collassava a terra, di dati nascosti dalle autorità, di quarantene e misure eccezionali, quando il virus alla fine è arrivato in Italia, a pochi chilometri dalle loro case, hanno pensato di fare la spesa e comprare qualcosa più del solito, una misura preventiva tutto sommato piuttosto ragionevole … leggi tutto