di Rocco Ronchi
Difficile non farsi prendere dal demone dell’analogia quando ci si misura con l’enormità dell’evento pandemia.
Nelle riflessioni che accompagnano il suo diffondersi a macchia d’olio, il Covid 19 è diventato una sorta di metafora generalizzata, quasi il precipitato simbolico della condizione umana nella post-modernità. Era già successo, quarant’anni fa, con l’Hiv e si ripete puntualmente oggi.
La pandemia si presenta come una sorta di experimentum crucis, grazie al quale sono verificate ipotesi che dalla politica vanno agli effetti della globalizzazione, alla trasformazione della comunicazione nel tempo della rete fino a raggiungere le vette della più rarefatta considerazione metafisica. Per l’isolamento, la diffidenza e il sospetto a cui induce, il virus è infatti ora “populista” o “sovranista” … leggi tutto