Da portavoce di Articolo 21 ma soprattutto da comune cittadina, mi sento di condividere con voi una certa apprensione che si è accresciuta ulteriormente da sabato a oggi.
Parlo in prima persona, contravvenendo al dettato che a noi giornalisti imporrebbe un più neutro “noi” o una terza persona, proprio perché queste righe vogliono essere solo un contributo alla riflessione comune.
Sono preoccupata come tutti per questa epidemia, non voglio essere fraintesa. Non tanto per me, ma per le persone a cui sono più legata, due figli che si trovano la prima a Monaco di Baviera e il secondo a Milano, entrambi per lavoro.
E poi altre persone, parenti e persone care, di età e condizioni diverse, chi più chi meno a rischio anche di vita, almeno per chi è più avanti con l’età o in uno stato di salute non ottimale.
Ma mi preoccupo anche per chi non conosco di persona e magari incontro casualmente per strada (ormai quasi un’eccezione) o al supermercato, e cerco di non respirargli di fronte, perché potrei essere contagiata senza saperlo e metterlo in pericolo. Quanti lo fanno poi, o pensano solo a proteggere se stessi? … leggi tutto