La Società di Medicina Ambientale e le università di Bologna e Bari hanno analizzato la correlazione tra PM10 e diffusione del coronavirus. Con risultati sorprendenti
La presenza di polveri sottili nell’aria e la diffusione del coronavirus hanno un legame. A certificarlo è un position paper pubblicato dalla Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA) e dalle università di Bologna e di Bari. L’analisi sottolinea come «vi è una solida letteratura scientifica che correla l’incidenza dei casi di infezione virale con le concentrazioni di particolato atmosferico (PM10 e PM2,5). È noto infatti che il particolato atmosferico funziona da “carrier”, ovvero da vettore di trasporto, per molti contaminanti chimici e biologici, inclusi i virus».
«Le polveri sottili fungono da vettore dei contaminanti, virus inclusi»
Questi ultimi, infatti, si «“attaccano”, con un processo di coagulazione, al particolato, costituito da particelle solide e/o liquide in grado di rimanere in atmosfera anche per ore, giorni o settimane, e che possono diffondere ed essere trasportate anche per lunghe distanze» … leggi tutto