di Enea Conti
LE INDAGINI
Insieme a un medico compiacente avevano ottenuto i falsi certificati di vaccinazioni che facevano riferimento all’obbligo vaccinale pre Covid nelle scuole dell’infanzia
Mandavano a scuola i loro figli anche se non erano vaccinati come imposto dalla legge (e in particolare la legge Lorenzin dal 2018) e per eludere i controlli avevano ricorso a falsi certificati. O
ra però rischiano guai seri con la giustizia, dopo la conclusione delle indagini della Procura di Rimini (pm Giulia Bradanini) e la richiesta di rinvio a giudizio: loro sono 21 genitori ritenuti capaci di imbastire un copione ben rodato per permettere ai loro figli non vaccinati di entrare in classe grazie alla sponda offerta da un medico compiacente che falsificava i certificati senza troppe difficoltà.
Premessa: l’inchiesta, condotta dai carabinieri, risale agli anni compresi tra il 2016 e il 2018 e non riguarda le vaccinazioni anti Covid ma le somministrazioni obbligatorie per l’iscrizione alle scuole per l’infanzia.
Il caso nella roccaforte dei No Vax
La sponda veniva offerta, per modo di dire, perché ogni falso certificato veniva pagato ben 300 euro dai genitori truffaldini. Non è un caso che i reati contestati vanno dalla corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, alla falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico e falsità ideologica.
Il medico compiacente è deceduto nel 2019, mentre i genitori sono originari per buona parte di comuni del Riminese (come Riccione, Gemmano, Cattolica e Montefiore Conca) da sempre roccaforte no vax ben prima della pandemia, e di alcuni comuni della Provincia di Forlì-Cesena.
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