No comment (25 novembre)
Scarti umani – Mascheroni 22.11.24 (diario.world)
La consigliera Silvia Cestaro in Aula rivela gli abusi: «So cos’è la violenza, l’ho vissuta» (open.online)
La rivelazione personale della politica ha scosso l’assemblea di palazzo Ferro Fini, che ha approvato la nascita di una struttura presieduta da Gino Cecchettin
È passato un anno dalla morte di Giulia Cecchettin. L’11 novembre 2023, la studentessa padovana fu assassinata dall’ex fidanzato, Filippo Turetta. Dal giorno dell’omicidio, la famiglia di Giulia ha fatto in modo che il contrasto alla violenza di genere diventasse un tema centrale nell’agenda politico-culturale del Paese.
Sono nate diverse iniziative su impulso della famiglia Cecchettin e della sua storia. Ad esempio il Consiglio regionale del Veneto, il 19 novembre, ha attivato un Osservatorio sulla violenza contro le donne. A presiederlo ci sarà il padre di Giulia, Gino Cecchettin.
La proposta di legge è stata presentata dal Partito democratico, ma ha trovato il favore anche nei banchi della maggioranza di centrodestra. C’è stato un momento in cui l’Aula è rimasta sospesa in silenzio, attonita di fronte alla testimonianza della consigliera regionale Silvia Cestaro: «So cosa vuol dire la violenza. È difficile dirlo. Questa cosa l’ho vissuta di persona, quando ero ragazza».
«Ti arriva da chi non ti aspetti, da chi ti sta vicino. Ti arriva dalle persone che dovrebbero difenderti»
Una rivelazione profondamente intima che la sindaca di Selva di Cadore, eletta nella lista Zaia a palazzo Ferro Fini, ha deciso di condividere con i colleghi consiglieri: «Ho pensato molto prima di fare questo intervento, perché volevo riportare sul piano pratico la cosa. È difficile raccontarlo. L’ho vissuto di persona quando ero una ragazza, so cosa vuol dire la violenza. Lo so perché ti arriva inaspettata. Ti arriva da chi non ti aspetti, da chi ti sta vicino. Ti arriva dalle persone che dovrebbero difenderti: non in casa, ovviamente, fuori casa. L’ho vissuta, purtroppo, negli anni, con tante amiche e tante persone che hanno subito violenza».
Il suo discorso, arrivato dopo quattro ore di dibattito, è intervallato da diverse pause. Cestaro ha cercato di rappresentare, con la sua storia, le difficoltà che le donne possono incontrare prima di riuscire a reagire a una violenza.
«Può capitare a chiunque»
«Quello che posso dire personalmente è che non c’è una rete di protezione, perché chi ti sta vicino molto spesso non ti ascolta, oppure si tu che non vuoi parlare perché ti senti in colpa. Ti senti impura. Immagino che anche Giulia, quando ha parlato coi suoi, con suo padre, con la sua famiglia, coi suoi amici, abbia provato a chiedere aiuto. Ma molto spesso si banalizza. Quante volte ci si sente dire: “Sai, i ragazzi sono esagerati, sarà innamorato, per questo ti tiene stretta a sé”.
Non è così. La realtà è che queste persone sono di un egoismo estremo, ritengono che tu sia a loro disposizione, che tu possa essere un loro oggetto», ha concluso Cestaro. «Non dipende dalla famiglia. Vi posso assicurare che può capitare a chiunque. Molto spesso sono persone che hanno dei genitori meravigliosi, ai quali non hai neanche il coraggio di dire ciò che hanno fatto i figli, perché sai che rovinerai loro la vita». Mentre «può capitare che persone che vengono da famiglie terribili siano quelle che invece ti accolgono, ti ascoltano, ti danno supporto».
Scarti umani – Feltri 20.11.24 (diario.world)
Il governo non presenta il report sull’applicazione della legge 194: è la prima volta in 46 anni (editorialedomani.it)
Diritti
Nonostante la deputata del M5s Gilda Sportiello avesse presentato un’interrogazione parlamentare il 1° ottobre, scritta insieme a Federica Di Martino del progetto “Ivg, ho abortito e sto benissimo”, non aveva avuto alcuna risposta da parte del ministero della Salute.Solo l’8 novembre, tornando a presentarne una seconda, è riuscita ad avere un’amara risposta: i dati non ci sono, siamo fermi a quelli del 2021. Mancano dunque all’appello i dati del 2022, per la prima volta in 46 anni dall’istituzione della legge 194.
Le risposte mancate
Sportiello e Di Martino si domandano se, dietro le ragioni di questo ritardo, non ci sia invece una volontà politica «rispetto a una linea di continuità sulle politiche di deterrenza che questo governo sta portando avanti rispetto al diritto all’aborto».
La mancanza di dati apertiI
Da un lato, quindi c’è una «sottovalutazione dello strumento del report, che andrebbe rimodulato inserendo altri parametri con dati aperti e divisi per strutture, mentre a oggi continua ad apparire come strumento vuoto, una mera formalità che risulta tuttavia necessaria per continuare ad avere una minima prospettiva sui dati».
L’accesso all’aborto in Italia
Sono capitati, infatti, casi in cui «si entra nella sala operatoria e tutti scappano dicendo “io sono obiettore” e uno li insegue dicendo loro “guarda che non puoi farlo”, perdendo tempo prezioso per la donna.
Mizzoni dichiara a Domani che hanno sempre rilevato una profonda discrepanza tra il report del ministero sull’applicazione della 194 e la realtà: «Una discrepanza quantitativa, dato che nel report manca il sommerso dell’obiezione di coscienza dei farmacisti, che obiettano illegalmente sulla contraccezione di emergenza, come manca anche un dato sull’obiezione di struttura, ovvero quegli ospedali che fanno il cento per cento di obiezione».