Femministe contro Cua: “Violenze su una compagna” (ilrestodelcarlino.it)

La denuncia della ’Rete sotterranea’. 

Il collettivo: “Non sappiamo di cosa si parli”

“Cua, Collettivo universitario abusers”, poi “Cua covo di abusers”. Sono alcune delle scritte comparse nella notte in zona universitaria. E Rete Sotterranea Transfemminista (REst), spazio virtuale nato per denunciare i casi di violenza di genere “avvenuti all’interno dei movimenti e degli spazi politici che dichiarano di agire dal basso in più città d’Italia”, ieri, nella giornata dedicata al drammatico fenomeno della violenza sulle donne, ha voluto puntare il dito contro presunti abusi che sarebbero avvenuti da parte di membri (maschili) del noto collettivo bolognese.

“Dopo l’ennesima denuncia – scrivono da Rest – da parte di una compagna che ha subito violenza di genere da parte di un uomo del Cua (collettivo universitario autonomo) è arrivato il momento di rompere il muro di omertà su chi da anni è artefice o complice della violenza agita da parte di ’compagni’ all’interno dei collettivi di Bologna. Con questa azione facciamo esplicitamente riferimento al Cua”. La Rete si scaglia poi con forza contro la “retorica ipocrita (del collettivo, ndr), che si fa vanto di portare avanti la lotta transfemminista, appropriandosene, proprio come fanno le istituzioni, ma che non fa nulla per dare concretezza a un lavoro di reale decostruzione e di indagine sul perché, da troppo tempo ormai, ci siano così tanti casi di violenza all’interno dei suoi spazi”.

In ogni caso, si prosegue da Rest, “non possiamo più tacere di fronte all’ennesimo caso di violenza subita e rimasta taciuta dentro al Cua, che non tarderà a presentarsi nelle piazze in cui si denuncia la violenza che donne, trans* e soggettività queer subiscono quotidianamente. Una pantomima grottesca che vogliamo venga smascherata e riconosciuta. Per non abbassare la testa di fronte agli stupratori, per dire che sì, chi violenta abita in primis i nostri spazi”.

A quanto si apprende però nessuna denuncia alle forze dell’ordine sarebbe stata presentata su tali fatti.

Dal canto suo, Cua risponde sui social: “Non sappiamo di cosa si stia parlando. Vogliamo saperlo. In questi anni abbiamo affrontato con difficoltà e desiderio di trasformazione le contraddizioni e la violenza del mondo in cui viviamo. Quale stupro abbiamo taciuto, quale compagna cacciata e quale uomo staremmo proteggendo? A noi non risulta, ma vogliamo agire. Siamo amareggiati e spiazzati. È terribile anche solo l’idea, ma se si trattasse di falsità la gravità sarebbe inaudita perché ci spaventa che una pratica fondamentale come la denuncia venga esposta al rischio di essere screditata”.

Femministe contro Cua: "Violenze su una compagna" (Una delle scritte citate da ’REst’)