LIBERALIZZAZIONI, LA DESTRA MARCIA CONTRO BOLKENSTEIN A TUTELA DI TASSISTI E BALNEARI (corriere.it)

di Dario Di Vico

VERSO IL VOTO

Potrà sembrare paradossale ma a ben sedici anni dalla sua stesura (2006) siamo ancora a discutere della direttiva Bolkenstein e della sua attuazione. E anzi in vista delle elezioni italiane dobbiamo constatare come l’opposizione a quei principi di apertura e liberalizzazione dei mercati nazionali sia diventata parte integrante della cassetta degli attrezzi del Centrodestra italiano.

Se vogliamo, la protezione che a vario titolo Fratelli d’Italia e Lega promettono ai loro elettori passa proprio dalla contestazione dei principi e della filosofia della Bolkenstein. Il papà della direttiva è un economista e politico olandese, Frederik Bolkenstein, classe 1933, a lungo leader del partito liberale olandese e commissario europeo per il mercato interno e i servizi con la presidenza Prodi.

La finalità del provvedimento che porta il suo nome era ed è quella di aprire i mercati nazionali, di favorire un spazio comune di concorrenza dentro la Comunità e quindi di permettere a professionisti e imprese di competere con gli stessi diritti in ciascun Paese partner.

Per questo motivo è sempre stata avversata dalle destre a cominciare dalla famosa campagna realizzata in Francia sull’invasione degli idraulici polacchi che, grazie a Bolkenstein, avrebbero tolto il lavoro agli artigiani indigeni. Una campagna vale la pena ricordarlo che precede di 13 anni il movimento dei gilet jaunes, che pure nato da altri presupposti (l’aumento dei prezzi del carburante), ha animato lo spazio sociale della destra francese.

Ed è proprio questo il tema e in una certa misura l’attualità della Bolkenstein (a cui spesso per assonanza è stato abbinato il nomignolo di direttiva Frankenstein): la strenua opposizione al mercato unico europeo è diventata la piattaforma dello spazio sociale della destra con una capacità di aggregazione trasversale delle categorie interessate o «colpite» come sostengono i loro difensori politici.

Difesa pre chi già c’è

In Italia, già da anni, si parla della direttiva del commissario olandese in riferimento alle concessioni assegnate ai tassisti, agli operatori del commercio ambulante e agli stabilimenti balneari. Tranne il caso dei conducenti delle auto pubbliche — e solo nelle grandissime città — questo spazio sociale non ha dato vita a movimenti di piazza, ma resta da anni un retroterra di consenso per le destre italiane a prescindere che i singoli partiti fossero in un determinato momento al governo o all’opposizione.

Così di fatto Lega e Fratelli d’Italia, che pure hanno assunto una collocazione parlamentare opposta nei confronti del governo Draghi, l’hanno pensata sempre allo stesso modo riguardo a tassisti e balneari.

Con un messaggio abbastanza chiaro: noi proteggiamo le categorie che sarebbero svantaggiate da un’estensione dei principi del mercato ai servizi che invece hanno finora usufruito di una piccola o grande rendita di posizione … leggi tutto

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