di Giorgio Michalopoulos, Kritica Economica
AMBIENTE
L’Unione europea dovrà collaborare con il prossimo governo del Brasile per porre le basi di una vera transizione climatica globale
Nel suo “Tristi tropici”, Claude Lévi-Strauss narra degli aromi e dei profumi brasiliani che coltivava nella sua mente durante il viaggio in nave per arrivare a Rio de Janeiro. Raccontando i dettagli delle sue fantasie, conclude così: «Il tutto intriso di un aroma da bruciaprofumi, particolare olfattivo, questo, che, più d’ogni altra esperienza successiva, spiega come ancora oggi io pensi al Brasile come a un profumo bruciato».
Oggi che a bruciare è l’Amazzonia questa impressione di Lévi-Strauss si rivela tristemente profetica.
La sostenibilità ambientale delle attività produttive del Brasile ci riguarda
La devastazione della foresta amazzonica è l’estrema, “naturale” conseguenza dell’interesse estrattivo intrinseco alla nostra economia, e non è un problema solo per il Brasile. La sostenibilità ambientale delle attività produttive brasiliane, infatti, riguarda direttamente l’Unione europea.
Questa è un’ulteriore ragione per seguire con attenzione le elezioni del prossimo 2 ottobre (con eventuale ballottaggio il 30 dello stesso mese). Che vedranno scontrarsi il presidente in carica Jair Bolsonaro (Partito Liberale) e l’ex presidente Inácio Lula da Silva, che con il Partito dei Lavoratori sembra essere il favorito al secondo turno.
Gli accordi Eu-Mercosur e le sostenibilità ambientale
Ci sono voluti anni perché l’accordo commerciale tra Unione europea e il Mercado Comum do Sul (Mercosur) fosse finalizzato. Il Centre for European Policy Studies (CEPS), think tank con sede a Bruxelles, ne raccontava i tardivi negoziati nel lontano 2008. L’accordo tra Ue da una parte e Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay dall’altra è stato alla fine siglato il 28 giugno 2019.
I numeri in ballo sono consistenti. Tra il 2020 e il 2021 il mercato europeo esportava verso i Paesi Mercosur un totale di 60 miliardi di euro in beni e servizi. L’Ue, inoltre, è il mercato che investe di più al mondo in questi Paesi latini. Con uno stock di investimenti pari a 330 miliardi di euro nel 2020, secondo quanto riportato dalla Commissione europea.
L’accordo, che la Commissione ha definito “ambizioso”, prevede un graduale aumento degli scambi e degli investimenti. Trainato da una diminuzione delle tariffe e delle barriere al commercio. Uno dei pilastri del trattato sono gli incentivi alla sostenibilità ambientale delle attività produttive. Ma è proprio su questo punto che si alza una fitta foschia di incertezza.
La distruzione della biodiversità e la violazione dei diritti umani nei Paesi dell’America Latina
Come spiega un report del Transnational Institute, la produzione di soia, carne e zucchero realizzata nei Paesi dell’America Latina e destinata all’Unione europea va di pari passo con la distruzione della biodiversità e la violazione dei diritti dei piccoli produttori e delle popolazioni indigene.
Inoltre, la strategia europea “Farm 2 Fork” del Green Deal europeo (che prevede una riduzione delle emissioni di CO2 del 55% entro il 2030 nella produzione alimentare) sembra non essere stata efficace nell’ambito degli accordi Mercosur … leggi tutto