L’opzione di lavorare da casa non spetta ai freelance e ai precari che lavorano a progetto, trovano un impiego intermittente attraverso le «app», ottengono pochi euro giornalieri in un moderno sistema del cottimo digitale.
Sono incastrati in una zona grigia tra il lavoro dipendente e autonomo, tra un’economia informale e un’altra ufficiale. La «quarantena» degli altri è una vita brutale e a rischio per se stessi.
Nella moltitudine di invisibili che si muovono nelle città chiuse per Covid 19, senza avere diritto alle indennità di disoccupazione, a un’assicurazione sanitaria, a un reddito di base, ci sono ad esempio i rider che «svolgono servizi essenziali, anche quando non sono davvero tali – afferma Valerio De Stefano docente di diritto del lavoro all’università di Lovanio – Guadagnano cifre davvero modeste, sulle loro spalle è scaricato il costo della tutela della società, mentre paghe e diritti sono insufficienti a garantire un livello di vita decoroso.
Sono necessarie tutele e sostegni universali da versare direttamente nelle loro tasche e non in quelle delle piattaforme che possono anche non distribuirli» … leggi tutto