Patrimonio al buio. Un'intervista a Christian Greco, direttore del Museo Egizio di Torino in vista della riapertura del 18 maggio. «In momenti di massima affluenza come la stagione primaverile partiva una visita guidata ogni sette minuti. Per conquistare questo risultato, era stata messa a punto una vera e propria macchina che dava lavoro a tantissimi professionisti. Nel momento in cui la macchina si arresta, anche gli introiti si fermano. Gli oneri, invece, permangono»
«Quando nel 2014 sono arrivato al Museo Egizio di Torino eravamo in tredici. Oggi siamo in cinquantanove. Assieme alla squadra si sono moltiplicati anche i costi, sostenibili fino al lockdown. La nostra istituzione non può tuttavia assorbire lo shock economico causato dall’emergenza sanitaria.
La strategia di radicamento portata avanti su tutto il territorio nazionale – solo gli studenti delle scuole che annualmente ci raggiungevano ammontavano a circa 290mila unità – si è dissolta all’improvviso», racconta al manifesto Christian Greco, direttore del secondo museo di egittologia più importante al mondo dopo quello del Cairo e del sesto più visitato in Italia nel 2019 con quasi 900mila presenze. «In momenti di massima affluenza come la stagione primaverile – continua Greco – partiva una visita guidata ogni sette minuti.
Per conquistare questo risultato, era stata messa a punto una vera e propria macchina che dava lavoro a tantissimi professionisti. Nel momento in cui la macchina si arresta, anche gli introiti si fermano. Gli oneri, invece, permangono» … leggi tutto