di Stefano Folli
Il vero obiettivo della manifestazione per la pace consiste nel marcare l'implicita egemonia del Movimento 5 stelle sul Partito democratico,
prigioniero della propria infinita crisi d’identità
Con tutte le sue ambiguità, la manifestazione di Roma “per la pace” è la prima iniziativa ambiziosa decisa dalla sinistra dopo la sconfitta del 25 settembre. Sfortunatamente sembra destinata a creare più problemi di quanti ne risolva, almeno al Pd. O meglio, a quella parte del gruppo dirigente, con in testa il segretario dimissionario Enrico Letta, che ha avviato un lento percorso verso l’attesa “rifondazione”: un percorso il cui punto culminante, almeno per quanto se ne sa oggi, saranno le elezioni primarie di metà marzo 2023, volte a individuare il nuovo leader. Nel frattempo succede di tutto sul palcoscenico italiano e il Pd non sembra avere molte idee da offrire a un elettorato smarrito.
La manifestazione di oggi (sabato 5 novembre) sta a dimostrarlo in modo limpido. Il personaggio che si prepara a trarne il massimo vantaggio si chiama Giuseppe Conte, abile come non mai (una volta si sarebbe detto un Fregoli) nel vestire i panni che le circostanze gli suggeriscono.
Per cui gli esponenti del Pd – non tutti ma un certo numero – rischiano di fare solo da contorno a uno show tagliato su misura per il capo dei Cinque Stelle.
Del resto gli ultimi sondaggi ci dicono che ormai il movimento ex “grillino” è alla pari con i democratici, una tendenza che si è consolidata dopo il 25 settembre. Conte è dinamico, dichiara senza risparmio, non dice molto ma lo dice con insistenza. Invece dal campo del Pd si sentono voci sempre più flebili. E non stupisce che l’ex premier, l’uomo che guidò due governi di segno opposto, rifiuti per ora di negoziare alcunché con un partito il cui vertice è così evanescente.
Non ne ha bisogno: sta ottenendo senza quasi colpo ferire tutti i riconoscimenti che gli servono per presentarsi come la guida del “fronte progressista”. Per la storia della sinistra italiana il passaggio delle consegne non potrebbe essere più paradossale, ma tant’è.
Lo vedremo quando si dovrà decidere il candidato comune per la Regione Lazio: quasi nessuno dubita che sarà Conte a indicarlo … leggi tutto