di Francesca Del Boca
Pioggia di insulti verso un medico di base di origini africane a Fagnano Olona (Varese).
Il dottore: “Sono amareggiato, voglio andare via”. In suo sostegno cittadini, istituzioni e i circoli locali di Lega e Fratelli d’Italia.
A Fagnano Olona (Varese) da domani ci potrebbe essere un medico di base in meno. Pensionamento, carenza di personale? No, allontanamento volontario. A causa del colore della pelle. “Sono a Fagnano Olona da qualche giorno, per curare e mettermi a servizio della comunità. Se non mi vogliono, sono già pronto ad andare da Ats e chiedere di lavorare altrove”.
Lo dichiara il dottor Enock Rodrigue Emvolo, bersagliato sui social e tra le vie del paese perché nero. Lo chiamano con disprezzo “il senegalese” (anche se in realtà è originario del Camerun), e da quando si è insediato mettono continuamente in dubbio la sua professionalità con insulti e commenti razzisti. “Che ci fa qui questo?”. “Ci vuole gente che ha studiato”. E addirittura: “Dovrebbe andare a far pascolare le pecore”.
Il sindaco: “Non siamo un paese razzista”
Ma non tutti gli abitanti del paese nel Varesotto sono così. “È un medico bravissimo e gentile, con le persone bisogna parlare e non aggredirle o essere prevenuti. È qui per curarci, speriamo che resti”, dicono alcuni pazienti. A rappresentarli ci ha messo la faccia il primo cittadino Marco Baroffio, che insieme all’assessore Dario Mortetti si è recato in ambulatorio dal medico per recare un messaggio di solidarietà (e soprattutto per convincerlo a restare a Fagnano Olona).
“Non siamo un paese razzista. La maggioranza della comunità apprezza il dottor Emvolo, che sta facendo uno sforzo notevole alla luce delle condizioni in cui è costretto a lavorare. Ho anche parlato più volte con Ats affinché venga messo nelle condizioni di fare il medico con tutti i presidi”.
Il dottore preso di mira per il colore della pelle vuole abbandonare l’incarico
Ma, nonostante le parole e le azioni di conforto di alcuni cittadini, il dottor Enock Rodrigue Emvolo è ancora profondamente deluso.
“Sono troppo amareggiato per questa situazione, io sono qui a lavorare e curare le persone”, dice lui agli inviati del quotidiano locale La Prealpina, mentre chiude lo studio per tornare in università a Varese dove, dopo la laurea alla Sapienza di Roma, sta completando la specialità in Medicina d’urgenza. “La situazione non mi fa piacere. Ho fatto e sto facendo del mio meglio per curare i pazienti”.