Il lavoro degli stranieri vale il 9 % del Pil
Favorire l’immigrazione regolare contro “l’emergenza-manodopera” nel nostro Paese. È quanto suggeriscono i dati del “Rapporto 2022 sull’economia dell’immigrazione”, curato dalla Fondazione Leone Moressa e presentato ieri alla Camera dei Deputati.
“Nonostante la pandemia abbia determinato un calo nei redditi dichiarati da contribuenti immigrati (-4,3%) – hanno spiegato Enrico di Pasquale e Chiara Tronchin della Fondazione – il saldo tra il gettito fiscale e contributivo (entrate, 28,2 miliardi) e la spesa pubblica per i servizi di welfare (uscite, 26,8 miliardi) rimane attivo per +1,4 miliardi di euro. Gli immigrati, prevalentemente in età lavorativa, hanno infatti un basso impatto sulle principali voci di spesa pubblica come sanità e pensioni”.
Per quanto concerne le tipologie di lavoro si evidenzia che “tra gli italiani, il 37,5% svolge attività qualificate e tecniche, contro il 7,8% degli stranieri. Al contrario, i lavoratori non qualificati sono l’8,5% tra gli italiani e il 31,7% tra gli stranieri. Nonostante la concentrazione in fasce medio-basse, i lavoratori immigrati producono 144 miliardi di Valore Aggiunto, dando un contributo al PIL pari al 9%. L’incidenza sul PIL aumenta sensibilmente in Agricoltura (17,9%), Ristorazione (16,9%) ed Edilizia (16,3%)”.
“L’apporto del lavoro degli stranieri in Italia è fondamentale e ormai strutturale sul piano economico”, ha dichiarato il deputato Riccardo Magi, presidente di +Europa, che ha ospitato la presentazione del Rapporto. “Chiedersi come aumentare gli ingressi legali dei lavoratori stranieri dovrebbe essere una priorità dei Governi, a prescindere dalla maggioranza politica. E invece il dibattito si avvita intorno alla questione delle ong e degli sbarchi di poche centinaia di persone. I dati della fondazione Moressa – ha osservato il parlamentare – dovrebbero essere conosciuti da tutti per affrontare con maggiore consapevolezza la questione migratoria in Italia, lasciando da parte i soliti vecchi slogan”.
Il report sottolinea anche una ripresa degli ingressi per lavoro: “Dopo le chiusure del 2020, nel 2021 tornano a crescere i Permessi di Soggiorno rilasciati: 274 mila, più del doppio dell’anno precedente. In ripresa, soprattutto, gli ingressi per lavoro, passati da 10 mila a oltre 50 mila e pari al 18,5% dei Permessi totali. Tuttavia, il primo canale di ingresso per gli immigrati in Italia è il ricongiungimento familiare (44% dei nuovi Permessi).
Gli ingressi per lavoro in Italia (8,5 ogni 10.000 abitanti) rimangono a un livello molto più basso rispetto alla media Ue (29,8). Gli stranieri residenti in Italia sono oggi stabili a quota 5,2 milioni, l’8,8% della popolazione”. Un altro dato significativo riguarda le sanatorie: “La politica migratoria italiana ha dovuto far ricorso periodicamente a procedure di emersione. Complessivamente 8 sanatorie in circa 30 anni, con oltre 2 milioni di beneficiari”.
Come evitarlo a favore di una regolarizzazione permanente? “Ho ripresentato in questa legislatura – ha concluso Magi – la proposta di legge ‘Ero straniero’ che prevede, tra l’altro, la regolarizzazione su base individuale degli stranieri che si trovino in situazione di soggiorno irregolare allorché sia dimostrabile l’esistenza in Italia della disponibilità di un’attività lavorativa o di comprovati legami familiari o l’assenza di legami concreti con il Paese di origine, sul modello della Spagna e della Germania”.