Elsa Fornero: «Le pensioni? Non si possono toccare. Così il governo inganna gli elettori» (open.online)

ECONOMIA & LAVORO

La ministra che ha varato l’ultima riforma: ecco il divario tra la realtà e le promesse da campagna elettorale

Elsa Fornero è la ministra del governo Monti che ha varato l’ultima – e più odiata – riforma delle pensioni. Il governo Meloni si è detto in più occasioni contrario a quella riforma. In particolare la Lega di Matteo Salvini ha promesso la sua cancellazione.

Nella Legge di Bilancio 2023 l’esecutivo ha varato Quota 103, che consentirà a poco meno di 50 mila persone di andare in pensione l’anno prossimo con 41 anni di contributi e almeno 62 di età. Promettendo una riforma complessiva nel 2023.

Ma oggi proprio Fornero, in un’intervista rilasciata al Quotidiano del Sud, spiega che il governo ha dato un contentino ma non potrà fare di più. «In realtà c’è un grande divario tra la realtà e le promesse fatte in campagna elettorale. Che non si limitavano ai provvedimenti citati, ma comprendevano molto di più, oltre allo smantellamento della mia riforma», spiega la docente.

Fornero ricorda «l’aumento delle pensioni a mille euro; l’indicizzazione piena, i 41 anni di contribuzione come sola condizione per accedere alla pensione e così via. A sentire ciò che dicevano, erano pronti il giorno dopo ad accontentare le aspettative della gente. Ma oggi il presidente del Consiglio comprende che non ci sono le risorse. O comunque sono scarse.

E in questo momento l’emergenza energetica richiede fondi per alleggerire il costo delle bollette e sostenere le famiglie rispetto a dei salari che restano fermi mentre i prezzi aumentano molto. Invece, oggi si dice: noi facciamo una piccola cosa per dare un contentino agli elettori. La riforma delle pensioni la faremo dopo. Non c’è molta onestà in questo».

Perché invece, pronostica l’economista, «nel 2023 l’economia non sarà in grande espansione: le risorse che oggi non ci sono, pensa che possano esserci tra sei mesi. E molto difficile pensarlo. E quindi, tra sei mesi o un anno, diranno che non possono stravolgere la legge Fornero. Ma potranno dare un altro contentino».

Una riforma più espansiva, ragiona Fornero, il paese se la potrà permettere «Solo se tornerà a essere in forte crescita, accumulerà ricchezza, creerà occupazione, soprattutto giovanile: allora, solo allora, potremmo tornare sulle scelte compiute nel 2011».

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